Joyce Suttin
Bo era il nostro labrador, che adorava nuotare nella nostra piscina. Viveva per quello e la piscina era il suo regno. Un giorno mio figlio stava imparando qualche nuovo tipo di bracciata e provò a fare il morto. Bo decise che si trovava in pericolo e si tuffò in acqua per salvarlo. Seguendo il suo istinto spinse la testa di mio figlio verso l’alto e gli si aggrappò con le zampe nel tentativo di salvargli la vita. Il mio povero bambino cominciò a soffocare, tossire e sputare, cercando di allontanare Bo. Così finì per ingoiare molta acqua e si ritrovò con il torace pieno di graffi. Io feci i complimenti a Bo, mentre si scuoteva l’acqua di dosso e mi spruzzava tutta, ansioso di sentire cosa pensavo del suo intervento. Sapevo che aveva fatto più male che bene, ma potevo capirlo, perché so di aver fatto spesso la stessa cosa nei miei rapporti con gli altri. L’altro giorno stavo parlando con alcune persone del loro rapporto con il figlio adolescente e ho offerto loro il mio consiglio. Dopo una quarantina d’anni passati come madre, nonna e insegnante di adolescenti, la mia perla di saggezza era molto semplice: «Non prendete le cose personalmente». È difficile non reagire con fastidio, rabbia o permalosità quando ci si sente respinti. È difficile non prendere personalmente parole o gesti scortesi, non pensare a tutte le volte in cui avresti voluto fare qualcos’altro, ma ti sei fermata ad ascoltare e ti sei presa cura dei bisogni dei figli. È difficile stare ai bordi della proverbiale piscina, guardare e pregare, sapendo di aver detto tutto il necessario e fatto tutto il possibile. Adesso è il momento di fare qualche passo indietro e lasciare che ci provino da soli. Che diano una spanciata sull’acqua. Che provino nuovi tipi di bracciata. Che imitino i loro amici. Ma non tuffarti nella piscina come Bo, cercando di salvarli troppo presto. Osserva e aspetta, giusto in caso che richiedano aiuto. E prega. Perché alla fine, la preghiera e l’amore incondizionato sono quello che fa veramente la differenza. Se alla fine ti chiameranno, non sgridarli per tutte le volte che non l’hanno fatto. Se bussano alla tua porta, non dire che sei troppo occupata. Sii l’ancora, sii la roccia, sii il punto stabile in un mondo instabile. Di’ loro che tutto andrà bene. Poi fai tesoro di quel momento, con le braccia di nuovo attorno alle loro spalle, ridando loro la fede per tuffarsi di nuovo in piscina.
Foto e articolo per gentile concessione della rivista Contatto.
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Ricordate il vecchio adagio “il silenzio è d’oro”? Come genitori abbiamo qualche difficoltà con questo concetto. Crediamo che quando un bambino dice qualcosa stia implicitamente chiedendo una risposta. E naturalmente noi l’accontentiamo, pensando che la comunicazione con nostri figli sia importante. Ma ecco qua un concetto nuovo: Non dovete per forza risponde a ogni commento che esce dalla bocca di vostro figlio. A volte la forma di comunicazione più efficace è restare in silenzio. Ci sono momenti in cui va benissimo che vostro figlio abbia la prima, l’ultima e l’unica parola. Questo vale specialmente per quelle volte in cui i bambini se ne escono con “annunci” che suonano molto simili a lamentele, forse anche commenti che vi danno ingiustamente la colpa di qualcosa. Tipicamente i genitori reagiscono a questi commenti facendo suggerimenti, chiarendo le cose o semplicemente dimostrando il loro disaccordo. Ma queste osservazioni apparentemente innocenti hanno la probabilità di innescare una lotta per il potere, dato che senza volerlo spingono i bambini ad affermare il loro punto con fermezza ancora maggiore. Invece di intervenire, state semplicemente ad ascoltare. Dimostrate di prestare attenzione, ma non sentitevi costretti a fare dei commenti quando non è necessario. Ricordate che il silenzio spesso è un valido mezzo di comunicazione. […] Il silenzio è un modo di riconoscere il problema di vostro figlio senza diventarne parte. Non vuol dire comportarsi in maniera ostile o scoraggiante; allo stesso tempo non vi trasformate in un bersaglio per la rabbia di vostro figlio. Che ci crediate o no, la maggior parte delle volte i bambini dicono le cose solo per togliersi un peso dallo stomaco e non si aspettano nessuna reazione da parte vostra. Ricordatevi quelle espressioni sottovalutate e facili da dimenticare — “ah”, “mmmh”, “davvero” — piccoli salvagente che evitano un litigio. Queste paroline trascurate sono tanto versatili quanto brevi. Potete usarle in molti modi. Il segreto sta nel tono della voce e nel modo di usare la punteggiatura nella battuta. Potete usare un punto fermo, per dire: “Qui finisce la discussione”; un punto esclamativo, per dire: “Il tuo commento mi ha fatto una buona impressione”; o anche un punto interrogativo, per dire: “Vorrei davvero qualche altra informazione”. Quando usate abilità pratiche come “il silenzio è d’oro” e “mantieni le cose brevi e semplici”, potete: bloccare una battaglia prima che inizi dire a vostro figlio che l’avete sentito evitare di mettervi sulla difensiva evitare di essere coinvolti in una questione che non avete intenzione di risolvere. —Evonne Weinhaus and Karen Friedman1 * L’importanza di sviluppare la nostra capacità di ascolto viene confermata da Giacomo, un uomo che conosceva Gesù da vicino: “Ogni uomo sia pronto ad ascoltare, lento a parlare”. I due comandamenti concisi all’inizio di questo versetto calzano perfettamente tra di loro. Quando troviamo il tempo di ascoltare con sensibilità, evitando l’errore di rispondere con affermazioni autoritarie, è molto meno facile che i nostri figli rispondano in modo antipatico e tenendosi sulla difensiva. Di conseguenza questo riduce la tensione e può contribuire a evitare uno scambio di parole arrabbiate. —Dott. Bob Pedrick3 * Ascoltate le mie parole, riguardo ai vostri figli. È un regalo che vi faccio per rendervi più facile il compito di genitori. È un buono che non scade mai, non ha limiti di valore e può esser riscosso in qualsiasi posto e in qualsiasi momento. Posso farvi vedere perché i vostri figli si stanno comportando come fanno, i loro motivi, la radice del problema e la sua soluzione. Posso darvi le parole che li aiuteranno e li ispireranno. Posso indicarvi i punti buoni su cui complimentarvi con loro e farvi notare i punti deboli su cui dovete lavorare con loro. Posso consolarvi e incoraggiarvi quando siete stanchi e scoraggiati, e darvi pazienza e fede quando ne avete bisogno. —Gesù in profezia * I bambini si comportano con maggior responsabilità e maturità se parliamo loro con lo stesso rispetto che dimostreremmo a un adulto. Se un bambino sente che ci aspettiamo che si comporti in maniera responsabile, sarà più disposto a cercare di essere all’altezza delle vostre aspettative. Dovremmo cercare il più possibile di metterci nei loro panni e comunicare con loro nel modo in cui vorremmo che si facesse se fossimo al loro posto. —Maria Fontaine * Come vi sentireste se qualcuno [in una posizione d’autorità sopra di voi] si arrabbiasse con voi e gridasse? Probabilmente vi fareste piccoli piccoli fino a scomparire. Aggiungeteci un pubblico e vi sentireste verbalmente alla gogna. Probabilmente fareste molto in fretta ciò che quella persona autorevole voleva, ma la detestereste per avervi messo in imbarazzo. Sotto questo aspetto i bambini non sono molto diversi dagli adulti. Non gradiscono essere sminuiti e disprezzati, specialmente di fronte ad altri. Sarebbe meglio se riusciste a fermarvi prima di arrabbiarvi così tanto da aver voglia di gridare. Eccovi alcune idee: Se vostro figlio o vostra figlia non vi presta attenzione dopo la prima o la seconda volta che parlate, cercate di abbassare la voce invece di alzarla. Avvicinatevi al bambino, guardatelo negli occhi e sussurrate il vostro messaggio. Oppure potete provare il metodo del silenzio. Avvicinatevi a vostro figlio e fermatevi accanto a lui, senza dire niente finché non si volta guardarvi. Quando avete tutta la sua attenzione, fate la vostra richiesta. A volte appoggiare leggermente la mano sulla sua spalla e aspettare un po’ attirerà la sua attenzione. Una volta che avete l’attenzione di vostro figlio, esprimete la vostra richiesta in modo chiaro e fermo. Poi assicuratevi di controllare che faccia ciò che volete. Così facendo vi accorgerete che ubbidirà di più, senza effetti collaterali pericolosi; e vi sentirete molto meglio per aver tenuto a bada il vostro carattere! —Dott. Kay Kuzma * Vi sedete mai con vostro figlio o vostra figlia a parlare per qualche minuto dei suoi interessi e delle sue preoccupazioni? Trovare qualche minuto ogni giorno per farlo avrà ottimi risultati per la formazione di un rapporto di affetto e fiducia con loro. Di cosa potete parlare? Cos’è che interessa di più a vostro figlio? Chi è un abile conversatore vi dirà che potete parlare per ore con qualsiasi persona di qualunque età, a qualunque livello intellettuale, bambina o adulta che sia, e mantenerla affascinata. Dovete soltanto dimostrare un interesse sincero per quella persona e fare domande che vi aiuteranno a capire quali sono i suoi interessi. Che cosa fa una persona? Come lo fa? Che cosa le piace? Perché? Se voi volete che gli altri dimostrino un’attenzione sincera alle cose che v’interessano, pensate a quanto più vostro figlio vuole che voi, come genitori, le persone più importanti al mondo per lui, dimostrino quell’attenzione affettuosa per i suoi interessi. Ma che cosa esattamente dovreste dire, quando dedicate quei pochi momenti preziosi a parlare con vostra figlia? Dipende da quello che ha fatto. È appena tornata a casa da scuola? È ora di leggerle una storia prima di andare a letto? Ha appena rotto uno dei vostri piatti preferiti? Sta facendo i capricci? Vi ha risposto in modo sfacciato? È appena tornata a casa piangendo perché alcune amiche sono state sgarbate con lei? Cominciate dalla circostanza in cui vi trovate. È sempre un buon punto di partenza, perché in quel momento è la prima cosa che il bambino o la bambina ha in mente. Poi proseguite da lì. —V. Gilbert Beers Per gentile concessione di Anchor. Foto di Dadblunders via Flickr.
tutto in discussione e facevo fatica a rispettare le regole. Comunque, anche se avevo una facciata esteriore dura, dentro volevo solo trovare qualcuno che mi capisse davvero. Un giorno mi ritrovai a una riunione in cui ero l’unica ragazza giovane. Mentre gli adulti parlavano riuniti in gruppetti, io mi sedetti da sola in un angolo a guardarmi in giro, finché a un certo punto mi si avvicinò una signora che cominciò a parlarmi. Si chiamava Gioia. Alla fine decisi di aprirmi e le raccontai tutti i miei guai. Mi aspettavo che mi facesse una predica, invece si limitò ad ascoltarmi. Sentivo che si interessava a me. Non cercò nemmeno una volta di correggermi o di cambiare la mia opinione; cercò semplicemente di capirmi. Quella conversazione fu l’inizio di un’amicizia che continuò per sette anni, in mezzo a varie vicissitudini, fino al giorno della sua morte. Facevamo lunghe passeggiate insieme e a volte ci scrivevamo dei bigliettini sulle cose che erano più difficili da dire di persona. Ci mantenemmo in contatto per telefono e per posta anche dopo il suo trasferimento in un’altra città. Durante quei sette anni, Gioia fu spesso molto ammalata e vicina alla morte, ma non la sentii mai lamentarsi. Era vivace e appassionata. Gioia m’insegnò una cosa molto importante: che essere me stessa era OK. Allo stesso tempo m’insegnò anche a cercare di capire le persone più profondamente, a guardare al di là delle apparenze e a volte perfino al di là di ciò che dicono, ad accettarle per quel che sono e a mostrare loro un amore senza riserve. Anche se sembriamo tanto diversi, siamo fatti tutti dello stesso materiale e abbiamo tutti bisogno di amore, comprensione e approvazione. Quando qualcuno vede questo nostro bisogno e lo soddisfa, allora finalmente sbocciamo. Per gentile concessione della rivista Contatto. Foto di photostock/www.freedigitalimages.net
L’arte della lode, che nel gergo psicologico attuale è definito rinforzo positivo, è un’arte essenziale da imparare per un genitori o un insegnante. ... Gli adolescenti che vengono nel mio ufficio mi ripetono sempre: “Mio padre se la prende con me quando vado male a scuola, ma se arrivo a casa con un bel voto fa finta di niente, come se avessi finalmente fatto il mio dovere”. Fermatevi un po’ a pensare. Da quanto tempo non dedicate 60 secondi a parlare a vostro figlio o vostra figlia di qualche cosa di buono che hanno fatto? —Alan Loy McGinnis
*** Un’infermiera mi fece entrare nella stanza dove giaceva mia nonna. In quel letto d’ospedale sembrava così piccola. Stavo per entrare in seminario ed avevo la mente piena di dubbi. Avevo appena rinunciato a frequentare la facoltà di medicina e tutti pensavano che stessi facendo un errore. Avevo un bisogno disperato di un consiglio da mia nonna, ma l’infermiera mi aveva avvertito che non le era rimasta molta forza. Passò mezz’ora e mia nonna non si era ancora mossa, così cominciai a parlarle. Improvvisamente lei si svegliò e chiese: "Danny, sei tu?" Mi disse che tutta la sua vita era stata guidata dalla fede. Pochi minuti dopo l’atmosfera della stanza era piena di pace. Diedi un bacio alla nonna e feci per andarmene, ma le sentii sussurrare alcune parole di commiato. Mi abbassai per ascoltare: “Ho fiducia in te”, mi disse. Mia nonna morì quella stessa notte, ma in oltre 26 anni di lavoro come psicologo cristiano ho ripetuto quelle parole molte volte. Quattro piccole parole possono fare una differenza enorme. —Dan Montgomery *** Una settimana prima di morire, quando io frequentavo l’università, mio padre mi prese da parte e mi mostrò una scatola piena di ritagli di giornali e di riviste, con articoli che lui aveva scritto e che aveva nascosto lì. Quando gli chiesi con sorpresa come mai non me li avesse mai fatti vedere prima, lui rispose: “Tua madre mi ha sempre scoraggiato dallo scrivere, perché non ho un’istruzione superiore, così l’ho fatto di nascosto da lei”. Mia madre non intendeva scoraggiarlo, ma aveva fatto un’affermazione che le sembrava logica: se non hai un’istruzione, non dovresti scrivere. Mio padre non si era lasciato abbattere da questo atteggiamento, ma aveva “nascosto la sua lampada sotto il moggio”. Mi disse che aveva scritto un articolo per la rivista Advance, che però non era stato pubblicato. “Si vede che questa volta ho mirato un po’ troppo in alto”, mi confidò. Rimasi toccata dal fatto che mi avesse parlato del suo interesse e dell’articolo che aveva mandato ad Advance. Pochi giorni dopo mio padre ebbe un infarto e morì in una stazione della metropolitana di Boston. Il giorno del suo funerale uscì il nuovo numero della rivista Advance — con il suo articolo. Se non fosse stato per le sue confidenze non avrei mai aperto quel numero. Ora ho incorniciato l’articolo insieme ad una foto di mio padre e lo tengo appeso nel mio studio. Ogni volta che lo vedo mi chiedo quanta strada quell’uomo avrebbe potuto fare come scrittore, se qualcuno avesse creduto in lui. Viviamo in un mondo scoraggiante, pieno di persone che ci sminuiscono. Possiamo illuminarne l’oscurità con queste semplici parole: “Ho fiducia in te!” —Florence Littauer Non c’è una formula magica per essere genitori, non esiste una ricetta segreta per il successo. Proprio come io sono una madre imperfetta, così alleverò dei figli imperfetti. Devo appoggiarmi di più a Gesù e camminare per fede, seguendo Lui mentre faccio il mio lavoro di genitrice. Il mio obiettivo deve essere la fedeltà. Fede e fedeltà. --Erika Dawson * Ai genitori di successo piace essere genitori, non perché è facile o dà gratificazioni immediate, ma per via della pura gioia e del privilegio di collaborare con Dio a plasmare un’altra vita unica e preziosa. Qualunque genitore di figli già grandi ti dirà che “crescono così in fretta”. I genitori di successo lo tengono a mente e cercano di assaporare ogni giorno che passano con i figli. S’immergono il più possibile nei figli e se li godono — anche i giorni dei pannolini sporchi, delle malattie e delle delusioni. Non si limitano ad amare i figli, gli piacciono e non vedono l’ora di passare tempo con loro. I genitori di successo non si aspettano la perfezione, né da se stessi né dai loro figli. Fare i genitori è un’arte, non una scienza. I genitori di successo capiscono che, come loro, anche i figli non sono perfetti. Questo li rende liberi di amarli senza riserve. I genitori di successo non hanno paura di insuccessi occasionali. Capiscono che gli errori sono una parte normale, perfino salutare, dell’allevare figli. Prendono le decisioni migliori che possono e, quando sbagliano, imparano dagli errori e cercano di fare meglio la volta successiva. I genitori di successo non si aspettano che tutto sia una passeggiata. I figli hanno le proprie opinioni, personalità e preferenze. Inevitabilmente ci fanno dire: “Cosa t’è venuto in mente?” — o: “Ma cosa credevi di fare?” È nostra responsabilità dare loro dei limiti e delle indicazioni che a volte si scontreranno con il loro crescente desiderio d’indipendenza. I genitori di successo non si sorprendono per [le difficoltà e i conflitti], se li aspettano; ma capiscono che la loro responsabilità nei confronti dei figli non è quella di compiacerli o accontentarli sempre, ma di prendere le decisioni difficili che a lungo andare saranno meglio per loro. I genitori di successo non fanno tutto da soli. Nessuno ha l’esperienza o le risposte necessarie per ogni sfida che si presenta. I genitori di successo non sono riluttanti a ricorrere alla saggezza di altri. Sanno che alla fin fine la decisione spetta a loro, ma prima di arrivare a quel punto c’è molta saggezza per strada che aspetta solo di poterli aiutare. --Richard Patterson, Jr. * Un giorno un gruppo di madri stava discutendo solennemente il valore del passare tempo “di qualità” con i loro piccoli. Il consenso generale sembrava essere che, anche se era noioso spingere macchinine sul pavimento, giocare a Candyland o costruire astronavi con il Lego, queste attività erano qualcosa di sacro ed essenziale per creare un legame con i figli. Improvvisamente la voce di una madre si alzò sopra le altre: “Scusate… io sono molto chiara con mia figlia. Le dico semplicemente che non gioco con le Barbie”. Il tono per niente dispiaciuto di quell’affermazione bloccò tutte immediatamente. Cominciammo a parlare del vero significato di “tempo di qualità”. [Cominciammo a parlare di come], per definizione, il tempo di qualità può essere così stressante e pieno di “cose giuste” da fare, che si perde la sensazione di fare qualcosa che piace ad entrambi. A volte il tempo migliore che si passa con i bambini è quello privo di quell’elemento di obbligo o sacrificio. Brevi momenti piacevoli possono essere più importanti di ore dedicate alle Barbie e alle figurine dei calciatori. Come qualcuno ha detto una volta: “Gli attimi di gioia sono più facili da cogliere che da insegnare”. --Nancy Samalin con Catherine King * Il modo più sicuro di insegnare qualcosa ai tuoi figli è e con il tuo stesso esempio — non quello che predichi loro, non quello che dici loro che dovrebbero fare, ma quello che tu stessa credi e fai. --Gesù, parlando in profezia * Quando i genitori sono abbastanza coraggiosi da [chiedere scusa] ai figli per i propri difetti e le proprie mancanze, forniscono uno splendido modello di cosa vuol dire dipendere da Dio. Quando siete aperti e trasparenti davanti a Dio e ai vostri figli, in pratica state dicendo: “Anche se sono molto più grande, anch’io dipendo da Gesù, proprio come voglio che faccia anche tu”. Un altro vantaggio dell’essere onesti davanti a Dio e ai vostri figli è che li motiverete a venire da voi per esporvi i loro veri sentimenti. È più facile che vi confidino i loro problemi e le loro debolezze, se sanno che siete passati per le stesse cose. Penseranno: La mamma non si arrabbierà per questo, perché è successo anche a lei. Fate vedere ai vostri figli che dipendete dall’amore onnicomprensivo e dalla forza di Dio nella vostra vita. Siate un modello della sottomissione a Dio per vostro figlio e lui imparerà a sottomettere la sua vita a Dio. --Kevin Leman * Hai mai visto un’anatra con tutti i suoi anatroccoli? Mamma anatra sembra molto calma, tranquilla e composta mentre nuota nello stagno con i suoi piccoli, ma sta continuamente attenta a loro. Questo è un esempio della calma dello spirito che aiuta i tuoi piccoli a sentirsi sicuri. Ci saranno sempre più cose da fare del tempo necessario a realizzarle ed è molto facile cadere in uno spirito affrettato e nervoso. Quando succede, puoi fare uno sforzo consapevole per restare calma e trasmettere quella calma ai tuoi figli. Quando la pressione comincia ad aumentare, fermati un attimo, chiudi gli occhi e chiedimi di riempirti della pace perfetta che viene dal confidare in me. --Gesù, in profezia * Io alzo gli occhi ai monti: da dove mi verrà l’aiuto? Il mio aiuto viene dall’Eterno, che ha fatto i cieli e la terra. --Salmi 121,1-2 * Egli dà forza allo stanco e accresce il vigore allo spossato. I giovani si affaticano e si stancano, i giovani scelti certamente inciampano e cadono, ma quelli che sperano nell’Eterno acquistano nuove forze, s’innalzano con ali come aquile, corrono senza stancarsi e camminano senza affaticarsi. --Isaia 40,29-31 Text courtesy of www.anchor.tfionline.com. Photo copyright: alexandralexey / 123RF Stock Photo
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Virginia Brandt Berg, adattato Secondo il dott. James H. Bossard, già professore di sociologia all’Università della Pennsylvania, uno dei punti più deboli della maggioranza delle famiglie è il modo in cui i genitori parlano davanti ai figli. Dopo aver studiato un gran numero di registrazioni fatte a tavola, scrisse: «Ho scoperto che molte famiglie hanno abitudini di conversazione precise e costanti, e che il modello prevalente è quello della critica. Raramente queste famiglie avevano qualcosa di buono da dire degli altri. Trovavano sempre da ridire su amici, parenti e vicini — in quasi ogni aspetto della vita, dalla fila nel supermarket alla stupidità del loro datore di lavoro. «Quest’atmosfera familiare costantemente negativa aveva un effetto disastroso sui figli, perché un’alta percentuale dei bambini [di queste famiglie] erano asociali e malvisti. Questo modello di ostilità, poi, molte volte si risolveva in liti all’interno della famiglia. Quel modello influenzava i bambini e creava in loro dei problemi». «Molto tempo fa — continuò il dott. Bossard — un grande Maestro spiegò che ciò che esce dalla bocca è molto più importante di ciò che vi entra».(Matteo 15:11) Il modo di cambiare la qualità delle nostre parole è di cambiare lo spirito da cui quelle parole provengono. Le parole che escono da un’anima piena dello Spirito d’amore di Dio avranno un sapore e una forza dotate di vera profondità. Per gentile concessione della rivista Contatto.
Solo i nonni trovano i capricci dei bambini divertenti. E' una sorta di rivincita nei confronti dei propri figli, ormai adulti e disperati, alle prese con i loro piccoli mostri. Purtroppo, i capricci sono una realtà per chiunque abbia a che fare con bambini piccoli. Di solito incominciano prima dei due anni, quando provano diversi modi per comunicare con gli altri e ottenere quello che vogliono. I capricci diventano sempre meno frequenti intorno ai quattro anni, anche se alcuni continuano a fare delle scenate anche quando sono più grandi. C'è chi continua fino all'età adulta. O no! Non c'è da preoccuparsi, però. I capricci sono in un certo senso inevitabili. Tuttavia, molti possono essere evitati e, seguendo alcuni semplici passaggi, è possibile insegnare ai bambini altri modi di comportamento. Quest’articolo aiuterà te e il tuo bambino a superare quei terribili anni e a rimanere sani di mente. Passaggi
Per gentile concessione di Wikihow. Foto di Mindaugas Danys via Flickr.
Che cos’è l’amore incondizionato? È esattamente quello che le parole significano: amare una persona senza condizioni, solo per quello che è e non per quello che fa. —Zig Ziglar * I bambini eccezionali sono esattamente quello: eccezioni. La vasta maggioranza dei bambini non è sorprendentemente brillante, estremamente acuta, grandemente coordinata, tremendamente dotata, o universalmente popolare! Sono soltanto ragazzini con un enorme bisogno di essere amati e accettati per quel che sono. —James Dobson * Vedere i vostri figli, o voi stessi, da un punto di vista analitico o critico e desiderare che siano fatti in un certo modo piuttosto che in un altro, può privarvi della vostra felicità, della vostra ispirazione, della vostra pace spirituale e della vostra soddisfazione personale, per non parlare dell’effetto che può avere sui figli. I bambini ricordano le cose molto chiaramente e sono influenzati direttamente dall’atteggiamento dei genitori e da quello che questi pensano di loro. Così, se parlate continuamente di vostro figlio con fede e in maniera positiva, sia a lui sia agli altri, ciò avrà un effetto buono, ispirante e positivo su di lui e sarà molto più probabile che finisca per assomigliare alla persona che desiderate e vi aspettate che sia. Se però pensate o parlate di vostro figlio in maniera negativa, potreste fargli pensare a se stesso in modo negativo, ostacolando la sua felicità e la sua autostima, i suoi risultati e il suo modo di vedere se stesso. La fede genera fede; gli atteggiamenti positivi generano altri atteggiamenti positivi, sia verso se stessi che nei riguardi di chi vi sta intorno. Spesso basta dimostrare fede in qualcuno per aiutarlo a tirar fuori il meglio di sé. —Gesù, parlando in profezia * Avere uno spirito di approvazione vuol dire amare i propri figli anche quando si oppongono o sono di pessimo umore. Devono sapere che il loro vero valore non si basa sulla loro bellezza, sul loro cervello, o sul loro comportamento, ma sul semplice fatto che sono persone create da Dio. —Dan Benson * Per costruire un rapporto d’amore e rispetto, dovete ricordare che la reazione dei vostri figli verso di voi dipende da quello che provano nei vostri confronti. Se provano sentimenti d’amore e rispetto, le loro reazioni saranno obbedienti e amorevoli, perché è quello che desiderano fare. […] Non c’è vera unità senza rispetto. —Zig Ziglar * I bambini prosperano con i complimenti. È più importante lodare un bambino per le sue buone azioni e il suo buon comportamento, che sgridarlo per una cattiva condotta. Accentuate sempre il lato positivo. —David Brandt Berg * Alcuni modi per dimostrare amore e rispetto ai bambini
* Incoraggiate le qualità e le caratteristiche individuali dei bambini:
* I vostri figli dipendono da voi per vedere un esempio del mio amore per loro in maniera facile da comprendere, conoscere, assimilare e sentire. Se non fate vedere loro il mio amore, come faranno a sapere che li amo? Voi siete una manifestazione del mio amore per loro. I bambini sono fragili nelle loro emozioni, anche quelli che non lo dimostrano molto, e voglio mostrare loro che li amo, che mi curo di loro e che voglio stare vicino e fare cose speciali per loro. Il vostro amore, manifestato nel tempo che passate con loro, è uno dei modi migliori in cui un bambino sente il mio amore attraverso di voi. E proprio come Io amo fervidamente voi, amo anche loro — più di quanto possiate immaginare. —Gesù, in profezia |
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