Ruth è la nuora di Noemi, la cui famiglia ebrea era immigrata in Moab durante una carestia in Israele. Negli anni successivi suo marito ed entrambi i suoi figli erano morti. Sfortunata, e ora sola al mondo, Noemi decide di ritornare in Israele.
Ruth sceglie di accompagnare Noemi, promettendo di fare del suo popolo il proprio popolo e del suo Dio il proprio Dio. Tornate in Israele, cercano solo di sopravvivere. Ruth va nei campi a spigolare l’orzo lasciato dai mietitori. Il campo appartiene a un uomo di nome Boaz, che rimane colpito dalla sua integrità per non aver abbandonato Noemi e che in seguito la sposa. Boaz e Ruth diventano i bisnonni del re Davide e antenati di Gesù. In questa storia non ci sono miracoli né eventi soprannaturali, ma si può vedere la mano di Dio in ogni sua parte. Mentre Noemi e Ruth cercano di sopravvivere, mentre conducono una vita in armonia con Dio, il disegno divino si realizza in loro.
Spesso questo succeda anche a noi. Di solito, la volontà divina non è una cosa che si realizza con grande fanfara; è un disegno che si realizza quando facciamo del nostro meglio per vivere secondo la verità di Dio nelle nostre circostanze ordinarie, quando facciamo cose di tutti i giorni. Alcune vite sono interrotte da una vocazione o missione improvvisa. Molti di noi, invece, vedranno la mano di Dio nella loro vita mentre fanno un passo dopo l’altro, quotidianamente, affidando ogni giorno alle sue cure.
Comincia a scoprire il piano divino per la tua vita invitando suo Figlio Gesù a entrare nella tua vita oggi. Puoi fare questa semplice preghiera: Gesù, credo che sei il Figlio di Dio e che sei morto per me, Ti chiedo di entrare nel mio cuore, perdonare il miei peccati e farmi dono della vita eterna. Riempimi del tuo Spirito Santo e aiutami ad amare Te e gli altri. Amen.
Intorno al 1880, nel collegio femminile diretto dalle Suore di Loretto, vicino a Santa Fe, nel Nuovo Messico (USA), si era resa necessaria una scala per collegare il coro al pianoterra, sei metri più in basso. Parecchi costruttori erano stati chiamati per valutare la possibilità dell’opera, ma nessuno volle impegnarsi a costruirla perché al pianoterra non c’era spazio sufficiente per una scala costruita in modo classico.
Le suore fecero una novena di preghiere a San Giuseppe, chiedendogli di aiutarle per quella scala. La tradizione della novena trae origine dai nove giorni che i primi discepoli dedicarono alla preghiera mentre erano in attesa dello Spirito Santo a Pentecoste. È una pratica comune anche nelle tradizioni luterane, anglicane e ortodosse. Il nono giorno si presentò alla porta un falegname, pronto a dedicarsi all’opera. Era arrivato su un asino e aveva solo tre attrezzi da falegname. Per sei mesi lavorò completamente da solo, dando pazientemente forma al legno per costruire la scala, poi scomparve prima della festa che avevano progettato in suo onore e durante la quale lo avrebbero pagato. Le suore chiesero informazioni al magazzino di legname e agli abitanti della città, ma nessuno lo aveva visto.
La scala a chiocciola è insolita, perfino unica, sotto molti aspetti. Tanto per cominciare, non ha una colonna centrale ed è fatta senza l’uso di chiodi o viti, solo colla e pioli di legno. Ha 33 scalini, che ci ricordano i 33 anni vissuti da Gesù sulla terra. Anche il legno è insolitamente denso e l’albero da cui proviene non è stato ancora identificato, anche se un’analisi fatta da un laboratorio della Marina suggerisce che sia simile a un abete che cresce in Alaska.
Un falegname ha commentato: «È un’opera d’arte magnifica che, da falegname, mi dà una lezione d’umiltà. Creare una scala del genere usando attrezzi moderni sarebbe un’impresa. Pensare di costruire una simile meraviglia con rudi attrezzi manuali, senza elettricità e con risorse minime, è inconcepibile». In tempi recenti, quasi 250mila persone vengono ogni anno ad ammirare la scala e sentire le varie teorie sull’identità del misterioso falegname. Personalmente, penso che uno dei punti principali della storia sia che le preghiere delle suore furono esaudite. Mi ricorda le storie raccontate da Gesù sul valore di una preghiera insistente: una donna che perora insistentemente la sua causa davanti a un giudice testardo, fino a che la sua richiesta è accettata; un uomo che disturba ripetutamente un suo amico a mezzanotte per chiedergli del pane per un suo ospite. Questa parabola c’insegna la necessità di continuare a pregare senza perdersi d’animo, ma confidando che Dio ci darà una mano. (Luca 18:1-8) Forse tu hai una tua “scala a chiocciola” personale da costruire, ma non hai idea di come realizzarla. Come le suore, puoi pregare e continuare a pregare, finché il Mastro Falegname farà il miracolo che solo Lui può fare.
Courtesy of My Wonder Studio.
Immagina un viaggiatore, seduto tranquillamente in una barca, su un fiume che si snoda lungo una vallata verde. Sulla sponda ci sono alberi e cespugli, alcuni dei quali coperti di fiori. In distanza si vedono delle montagne maestose, coperte di neve. Il viaggiatore però non nota la bellezza che gli sta intorno; è troppo occupato a studiare la guida turistica, a imparare la storia del paese e a scoprire dove finisce il fiume.
«Guardati intorno! Ti stai perdendo il panorama!» Lo chiamiamo inutilmente. Lui continua a leggere, a capo chino, la mente concentrata su qualcos’altro. Ci sono dei momenti in cui dobbiamo studiare la guida, insieme ad altri in cui dobbiamo pensare al passato o al futuro, ma dovrebbero essercene anche di quelli in cui ci fermiamo ad assaporare il presente.
Durante la prossima settimana, dedica cinque o dieci minuti al giorno a osservare attentamente il mondo attorno a te. Focalizza la tua attenzione sulle nuvole bianche e spumose che vagano senza sforzo nel cielo azzurro. Studia il motivo intricato sui petali di un fiore, o l’architettura graziosa di un albero, o il disegno di uno stormo d’uccelli in volo. Osserva ogni giorno qualcosa di diverso e ringrazia Dio per la sua creatività.
Semafori from Freekidstories
In una parabola molto nota, un paesino è colpito da una forte tempesta che causa un’alluvione. Mentre l’acqua sale, il prete locale s’inginocchia sotto il portico della chiesa, circondato dall’acqua. Dopo un po’ uno dei suoi parrocchiani arriva su una canoa.
«Salti su, padre. L’acqua sta salendo in fretta». «Non c’è da preoccuparsi», dice il prete. «Dio mi salverà». L’acqua continua a salire e il pastore si rifugia sulla balconata. Arriva una barca a motore. «Salga a bordo, padre. È stata ordinata l’evacuazione». Di nuovo, il prete è inamovibile. «Dio mi aiuterà». Gli argini si rompono e l’acqua sale attorno alla chiesa, finché rimane fuori solo il tetto. Il pastore è lì, aggrappato alla croce, quando dall’alto scende un elicottero. «Padre, afferri la scaletta!» gli grida il pilota. Ancora una volta il prete rifiuta, insistendo di avere piena fiducia in Dio. L’elicottero se ne va e lui annega. Alle porte del paradiso il prete incontra Dio. «Non capisco. Perché non mi hai salvato dall’alluvione?» «Cosa vuoi dire?» gli risponde Dio. «Ti ho mandato due barche e un elicottero!» A volte possiamo comportarci anche noi come quel prete. Quando passiamo dei momenti difficili, quando problemi e questioni si alzano intorno a noi, può sembrare che Dio ignori le nostre richieste d’aiuto, mentre forse siamo noi che ci concentriamo solo su come pensiamo che Dio dovrebbe aiutarci. Ricordiamo che l’aiuto, le risposte e le soluzioni che desideriamo e che chiediamo potrebbero non arrivare sempre come ci aspettiamo. Come disse Martin Lutero: «Tutti quelli che invocano Dio dal cuore, con una fede sincera e fervente, saranno certamente ascoltati e riceveranno ciò che hanno chiesto e desiderato, anche se non nel momento o nella misura che richiedono, forse nemmeno quella cosa esatta. Tuttavia otterranno qualcosa di migliore e più bello di quello che hanno osato chiedere». |
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