Ricordate il vecchio adagio “il silenzio è d’oro”? Come genitori abbiamo qualche difficoltà con questo concetto. Crediamo che quando un bambino dice qualcosa stia implicitamente chiedendo una risposta. E naturalmente noi l’accontentiamo, pensando che la comunicazione con nostri figli sia importante. Ma ecco qua un concetto nuovo: Non dovete per forza risponde a ogni commento che esce dalla bocca di vostro figlio. A volte la forma di comunicazione più efficace è restare in silenzio. Ci sono momenti in cui va benissimo che vostro figlio abbia la prima, l’ultima e l’unica parola. Questo vale specialmente per quelle volte in cui i bambini se ne escono con “annunci” che suonano molto simili a lamentele, forse anche commenti che vi danno ingiustamente la colpa di qualcosa. Tipicamente i genitori reagiscono a questi commenti facendo suggerimenti, chiarendo le cose o semplicemente dimostrando il loro disaccordo. Ma queste osservazioni apparentemente innocenti hanno la probabilità di innescare una lotta per il potere, dato che senza volerlo spingono i bambini ad affermare il loro punto con fermezza ancora maggiore. Invece di intervenire, state semplicemente ad ascoltare. Dimostrate di prestare attenzione, ma non sentitevi costretti a fare dei commenti quando non è necessario. Ricordate che il silenzio spesso è un valido mezzo di comunicazione. […] Il silenzio è un modo di riconoscere il problema di vostro figlio senza diventarne parte. Non vuol dire comportarsi in maniera ostile o scoraggiante; allo stesso tempo non vi trasformate in un bersaglio per la rabbia di vostro figlio. Che ci crediate o no, la maggior parte delle volte i bambini dicono le cose solo per togliersi un peso dallo stomaco e non si aspettano nessuna reazione da parte vostra. Ricordatevi quelle espressioni sottovalutate e facili da dimenticare — “ah”, “mmmh”, “davvero” — piccoli salvagente che evitano un litigio. Queste paroline trascurate sono tanto versatili quanto brevi. Potete usarle in molti modi. Il segreto sta nel tono della voce e nel modo di usare la punteggiatura nella battuta. Potete usare un punto fermo, per dire: “Qui finisce la discussione”; un punto esclamativo, per dire: “Il tuo commento mi ha fatto una buona impressione”; o anche un punto interrogativo, per dire: “Vorrei davvero qualche altra informazione”. Quando usate abilità pratiche come “il silenzio è d’oro” e “mantieni le cose brevi e semplici”, potete: bloccare una battaglia prima che inizi dire a vostro figlio che l’avete sentito evitare di mettervi sulla difensiva evitare di essere coinvolti in una questione che non avete intenzione di risolvere. —Evonne Weinhaus and Karen Friedman1 * L’importanza di sviluppare la nostra capacità di ascolto viene confermata da Giacomo, un uomo che conosceva Gesù da vicino: “Ogni uomo sia pronto ad ascoltare, lento a parlare”. I due comandamenti concisi all’inizio di questo versetto calzano perfettamente tra di loro. Quando troviamo il tempo di ascoltare con sensibilità, evitando l’errore di rispondere con affermazioni autoritarie, è molto meno facile che i nostri figli rispondano in modo antipatico e tenendosi sulla difensiva. Di conseguenza questo riduce la tensione e può contribuire a evitare uno scambio di parole arrabbiate. —Dott. Bob Pedrick3 * Ascoltate le mie parole, riguardo ai vostri figli. È un regalo che vi faccio per rendervi più facile il compito di genitori. È un buono che non scade mai, non ha limiti di valore e può esser riscosso in qualsiasi posto e in qualsiasi momento. Posso farvi vedere perché i vostri figli si stanno comportando come fanno, i loro motivi, la radice del problema e la sua soluzione. Posso darvi le parole che li aiuteranno e li ispireranno. Posso indicarvi i punti buoni su cui complimentarvi con loro e farvi notare i punti deboli su cui dovete lavorare con loro. Posso consolarvi e incoraggiarvi quando siete stanchi e scoraggiati, e darvi pazienza e fede quando ne avete bisogno. —Gesù in profezia * I bambini si comportano con maggior responsabilità e maturità se parliamo loro con lo stesso rispetto che dimostreremmo a un adulto. Se un bambino sente che ci aspettiamo che si comporti in maniera responsabile, sarà più disposto a cercare di essere all’altezza delle vostre aspettative. Dovremmo cercare il più possibile di metterci nei loro panni e comunicare con loro nel modo in cui vorremmo che si facesse se fossimo al loro posto. —Maria Fontaine * Come vi sentireste se qualcuno [in una posizione d’autorità sopra di voi] si arrabbiasse con voi e gridasse? Probabilmente vi fareste piccoli piccoli fino a scomparire. Aggiungeteci un pubblico e vi sentireste verbalmente alla gogna. Probabilmente fareste molto in fretta ciò che quella persona autorevole voleva, ma la detestereste per avervi messo in imbarazzo. Sotto questo aspetto i bambini non sono molto diversi dagli adulti. Non gradiscono essere sminuiti e disprezzati, specialmente di fronte ad altri. Sarebbe meglio se riusciste a fermarvi prima di arrabbiarvi così tanto da aver voglia di gridare. Eccovi alcune idee: Se vostro figlio o vostra figlia non vi presta attenzione dopo la prima o la seconda volta che parlate, cercate di abbassare la voce invece di alzarla. Avvicinatevi al bambino, guardatelo negli occhi e sussurrate il vostro messaggio. Oppure potete provare il metodo del silenzio. Avvicinatevi a vostro figlio e fermatevi accanto a lui, senza dire niente finché non si volta guardarvi. Quando avete tutta la sua attenzione, fate la vostra richiesta. A volte appoggiare leggermente la mano sulla sua spalla e aspettare un po’ attirerà la sua attenzione. Una volta che avete l’attenzione di vostro figlio, esprimete la vostra richiesta in modo chiaro e fermo. Poi assicuratevi di controllare che faccia ciò che volete. Così facendo vi accorgerete che ubbidirà di più, senza effetti collaterali pericolosi; e vi sentirete molto meglio per aver tenuto a bada il vostro carattere! —Dott. Kay Kuzma * Vi sedete mai con vostro figlio o vostra figlia a parlare per qualche minuto dei suoi interessi e delle sue preoccupazioni? Trovare qualche minuto ogni giorno per farlo avrà ottimi risultati per la formazione di un rapporto di affetto e fiducia con loro. Di cosa potete parlare? Cos’è che interessa di più a vostro figlio? Chi è un abile conversatore vi dirà che potete parlare per ore con qualsiasi persona di qualunque età, a qualunque livello intellettuale, bambina o adulta che sia, e mantenerla affascinata. Dovete soltanto dimostrare un interesse sincero per quella persona e fare domande che vi aiuteranno a capire quali sono i suoi interessi. Che cosa fa una persona? Come lo fa? Che cosa le piace? Perché? Se voi volete che gli altri dimostrino un’attenzione sincera alle cose che v’interessano, pensate a quanto più vostro figlio vuole che voi, come genitori, le persone più importanti al mondo per lui, dimostrino quell’attenzione affettuosa per i suoi interessi. Ma che cosa esattamente dovreste dire, quando dedicate quei pochi momenti preziosi a parlare con vostra figlia? Dipende da quello che ha fatto. È appena tornata a casa da scuola? È ora di leggerle una storia prima di andare a letto? Ha appena rotto uno dei vostri piatti preferiti? Sta facendo i capricci? Vi ha risposto in modo sfacciato? È appena tornata a casa piangendo perché alcune amiche sono state sgarbate con lei? Cominciate dalla circostanza in cui vi trovate. È sempre un buon punto di partenza, perché in quel momento è la prima cosa che il bambino o la bambina ha in mente. Poi proseguite da lì. —V. Gilbert Beers Per gentile concessione di Anchor. Foto di Dadblunders via Flickr.
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