Josie Clark Penso di essere stata colpevole di aver detto troppe volte "mi dispiace" e quindi di aver dato l’idea sbagliata ai miei figli. Anni fa, per esempio, quando il mio maschietto di cinque anni cadde dalla bicicletta, gli dissi che mi dispiaceva. Gli avevo spiegato di non salire sulla collina con la sua bicicletta usata che gli avevamo appena preso, finché suo padre non avesse controllato i freni e gli avesse insegnato a usarli; ma lui ci andò lo stesso. I freni funzionavano, ma scendendo la collina non sapeva bene cosa fare. Fece la discesa a tutta velocità e uscì di strada, infilandosi in un campo di granoturco, poi piombò di nuovo sulla strada e finì per cadere sull’asfalto. Non si ricorda niente dopo di quello, ma lo trovammo con un taglio sul mento, che richiedette alcuni punti. Quando arrivai sulla scena dell’incidente gli dissi che mi dispiaceva per lui. Certo che mi dispiaceva. Mi sentivo in colpa per non essere stata più attenta a quel che faceva. Mi sentii male per lui mentre lo portavamo di corsa all’ospedale. Provo ancora dispiacere ogni volta che rivedo la cicatrice sul suo mento. Per qualche motivo, però, il fatto di avergli detto che mi “dispiaceva” portò ad un fraintendimento. Alcune settimane fa riparlammo di questo avvenimento risalente ad alcuni anni addietro e lui pensava ancora che in qualche modo l’incidente fosse avvenuto per colpa mia. Non si ricordava l’avvertimento che gli avevo dato. Si ricordava solo che avevo detto che mi dispiaceva, il che per lui all’epoca aveva voluto dire che era colpa mia, non sua. È facile prendere questa abitudine a chiedere scusa, ma si può trasformare in un modello per cui gli adolescenti danno ai propri genitori la colpa delle conseguenze delle loro decisioni sbagliate. In realtà, se i genitori hanno fatto il loro lavoro insegnando ai figli a prendere decisioni intelligenti e responsabili, allora, quando succedono degli incidenti o qualcosa va storto, di solito è colpa dei figli per non aver dato ascolto ai genitori. Mi dispiace che mio figlio abbia disubbidito. Mi dispiace che si sia fatto male. E mi dispiace di aver permesso questo fraintendimento. Mi dispiace di aver detto che mi spiaceva. Avrei dovuto dire: “Mi spiace che tu abbia disubbidito. Mi spiace che tu non abbia dato ascolto. Mi spiace che sia successo, ma sono sicura che tu abbia imparato una buona lezione e che non rifarai lo stesso sbaglio”. Il lieto fine della storia è che sono riuscita a chiarire questo malinteso con mio figlio, che ora è un adolescente alle prese con decisioni molto più importanti di dove andare in bicicletta. Sa che avrà sempre il mio aiuto, il mio amore e la mia comprensione, ma capisce anche che alla fin fine è lui che deve assumersi la responsabilità delle sue decisioni. Articolo gentile concessione della rivista Contatto.
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