![]() Di Marie Claire Circa una settimana prima del quarto compleanno di mio figlio Tristan, parlavo con lui di quanto fosse cresciuto nell’ultimo anno, di quante cose avesse imparato e di quanto io fossi orgogliosa dei progressi che aveva fatto. Poi parlammo del suo compleanno e gli chiesi cosa voleva che preparassi per la sua festa. Come ero solita fare, lasciai che fosse lui a scegliere il tipo di torta che voleva. L’anno precedente aveva scelto un torta a forma di “bruco”, poiché in quel periodo era affascinato dagli insetti. Non era stata difficile da realizzare – una fila di fette di torta tagliate a mezzaluna con una glassa lucida e coloratissima. Mi aspettavo che scegliesse anche quest’anno una torta altrettanto semplice da realizzare, così potete immaginare la mia perplessità quando lui, dopo aver consultato un libro con illustrazioni di torte fantasiose per bambini, scelse una torta con “castello e cavalieri”. Guardai il disegno particolareggiato, lessi le spiegazioni e immediatamente compresi che questa volta avevo davvero fatto il passo più lungo della gamba. Ma Tristan era deciso a volere proprio una torta “castello”, cavalieri compresi, e io volevo renderlo felice. Prima che me ne rendessi conto arrivò il giorno del compleanno e io mi accinsi a preparare la torta. Libro in mano, cercai di seguire le istruzioni nel modo migliore possibile, ma ben presto capii perché nel libro c’era solo un disegno della torta con il castello e non una fotografi a, come per gli altri tipi di torta. Tra il progetto e la sua realizzazione pratica c’era un abisso e io mi sentivo alla deriva e in pieno naufragio. La mia torta era sbilenca, la glassa non aveva una buona consistenza e le torri del castello non erano uguali tra loro né per altezza né per diametro. Non avevo trovato nessun giocattolo a forma di cavaliere e dovetti accontentarmi di una statuina Lego di un uomo a cavallo. Sentivo tanta pressione e scoraggiamento! Povero Tristan, pensai. Sarà così deluso! È così impaziente e ha parlato per tutta la settimana dei suoi cavalieri e del suo castello e ora guarda un po’ cosa lo aspetta! Sarà di sicuro infelice quando vedrà la versione del castello dei suoi sogni fatta da sua madre! Finalmente finii la torta e aggiunsi i tocchi finali alla men peggio – bandiere di carta, biscotti sui muri che avrebbero dovuto dare l’impressione di pietre ma che cadevano dagli angoli malfatti, erba fatta con scaglie di cocco e colorante che assomigliava più che altro a muschio fangoso. Avevo terminato la mia opera ma ero sul punto di piangere. Rassettai la cucina e decisi che era meglio che Tristan vedesse la torta prima, per essere preparato al momento imbarazzante in cui lui e i suoi amici se la sarebbero trovata davanti alla festa. Quando Tristan entrò in cucina, studiai la sua espressione e pregai di potere trovare la giusta cosa da dirgli per consolarlo e aiutarlo a non sentirsi troppo giù. Gli occhi di Tristan si spalancarono e, con mia sorpresa, un largo sorriso si accese sul suo volto. “Wow, mamma! È fantastica! È proprio quel che volevo!” Stavo quasi per scoppiare in lacrime. Lui si avvicinò alla torta, la esaminò in ogni sua parte e disse che era fatta esattamente come piaceva a lui. Poi corse da me, mi abbracciò, mi ringraziò e si portò una mano alla bocca, come se dovesse rivelarmi un segreto. Mi abbassai verso di lui perché potesse parlarmi all’orecchio. “Ti voglio bene!” disse, e corse via per raccontare ai suoi amici quello che aveva appena visto. Appena uscì, mi fermai un attimo a pensare a quell’esperienza. In pochi minuti avevo ricevuto una lezione che a volte ci vuole una vita a imparare. Oh, poter imparare a vedere le cose attraverso gli occhi di un bambino, pieni di fede, speranza amore e ottimismo, invece di vedere le imperfezioni! Oh poter imparare a vedere il lato buono e meraviglioso di tutte le cose! Rimasi a godermi quel momento magico il più a lungo possibile. Facendo sempre più mia la scena della torta sbilenca, seguita dal ricordo ancora fresco della dolce reazione di Tristan, chiesi al Signore di perdonare la visione negativa della vita che avevo avuto di recente e di aiutarmi a vedere le cose nello stesso modo in cui mio figlio aveva visto quella torta. Poi accadde una cosa buffa. Mentre guardavo la torta, la vidi prendere un aspetto da cartone animato e cominciò a piacermi veramente. Ma, cosa ancora più importante, piaceva a Tristan. Dopotutto era il suo compleanno. Articolo originariamente pubblicato sulla rivista Contatto. Usato con permesso.
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