In informatica e matematica, il detto “Spazzatura che entra, Spazzatura che esce” descrive il concetto che a un input errato o assurdo corrisponde un output errato o assurdo, la “spazzatura”, appunto. In altre parole informazioni inaccurate o difettose all’inizio portano inevitabilmente a risultati inaccurati o difettosi.
Nel suo Sermone sul Monte, Gesù disse qualcosa di notevolmente simile: «Un albero buono non può dare frutti cattivi, né un albero cattivo può dare frutti buoni. Dunque, si può riconoscere un albero o una persona dal tipo di frutti che produce».1 Questa breve parabola ci invita a considerare ciò che le nostre parole e le nostre azioni possono indicare di noi e del Salvatore che vive in noi. La nostra vita esprime la sua preoccupazione per gli altri, o solo il nostro egocentrismo? Comunichiamo la sua generosità e la sua giustizia, o scadiamo automaticamente nell’impulso umano di costruire muri ed escludere gli altri?
Gesù ci ricorda che, come i codici di programmazione e le equazioni matematiche possono essere corretti modificando i dati di input, anche la vita del cristiano richiede una trasformazione interiore, del tipo che solo Lui può fare. «Dimorate in me, e io dimorerò in voi. Come il tralcio non può da sé dare frutto se non rimane nella vite, così neppure voi, se non dimorate in me».2
Gesù dentro, Gesù fuori. 1. Matteo 7,17-18.20 BdG 2. Giovanni 15,4 Testo per gentile concessione della rivista Contatto. Usato con permesso. Immagini di dominio pubblico.
C’era un uomo ricco, che si vestiva di porpora e di bisso, e ogni giorno si divertiva splendidamente. Un mendicante, chiamato Lazzaro, stava alla sua porta, pieno di ulceri e bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; e perfino i cani venivano a leccargli le ulceri.
Avvenne che il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno di Abraamo; morì anche il ricco, e fu sepolto. E nell’Ades, essendo nei tormenti, alzò gli occhi e vide da lontano Abraamo, e Lazzaro nel suo seno; ed esclamò: “Padre Abraamo, abbi pietà di me, e manda Lazzaro a intingere la punta del dito nell’acqua per rinfrescarmi la lingua, perché sono tormentato in questa fiamma”. Ma Abraamo disse: “Figlio, ricòrdati che tu nella tua vita hai ricevuto i tuoi beni e che Lazzaro similmente ricevette i mali; ma ora qui egli è consolato, e tu sei tormentato. Oltre a tutto questo, fra noi e voi è posta una grande voragine, perché quelli che vorrebbero passare di qui a voi non possano, né di là si passi da noi”. Ed egli disse: “Ti prego, dunque, o padre, che tu lo mandi a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli, affinché li avverta, e non vengano anche loro in questo luogo di tormento”. Abraamo [gli] disse: “Hanno Mosè e i profeti; ascoltino quelli”. Ed egli: “No, padre Abraamo; ma se qualcuno dai morti va a loro, si ravvederanno”. Abraamo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i profeti, non si lasceranno persuadere neppure se uno dei morti risuscita”. (Luca 16:19-31)
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