Era un giorno d’esami per mio fratello e me. Tutte le serate che avevamo passato a studiare sarebbero state messe alla prova. Avevamo già sostenuto un esame orale. Il nostro professore ci aveva mandato un link per scaricare i pass necessari ad accedere all’esame universitario e io mi sono collegata per stamparle. ![]()
Ho incontrato dei problemi. Il sito web caricava solo la tessera per l’esame che avevo già dato. Mancavano solo tre ore prima di presentarci in aula per l’esame. Poteva essere un problema. Ho fatto scorrere le pagine del sito universitario finché ho trovato un numero per l’assistenza. L’ho chiamato e una voce registrata mi ha immediatamente comunicato: «La preghiamo di attendere. Il suo problema sarà esaminato tra un minuto».
Ero un po’ seccata ma ho aspettato. Dopo un po’, un’altra voce registrata ha detto: «Sa che può ricevere aiuto per qualsiasi domanda alla nuova pagina di assistenza? Digiti il numero…» e mi ha dato lo stesso numero che avevo appena chiamato. Frustrata, ho chiuso la comunicazione. Sono tornata al sito e ho riprovato. Niente. In quel momento, mi è arrivata una notifica sul cellulare. Era l’app con il versetto biblico del giorno, Matteo 7:7: «Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto». Ho chiuso gli occhi e ho pregato: «Gesù, per favore, ti chiedo di fare in modo che ci mandino i pass per l’esame». Poi, senza altre preoccupazioni, ho inserito i numeri del tesserino universitario e ho stampato le pagine senza nemmeno controllarle. Quando le ho tolte dalla stampante, ho visto che riportavano il giorno sbagliato. Ero tentata di riprovarci, ma mi sono ricordata il versetto. Avevo chiesto e mi sarei fidata che questa era la risposta. Al momento dell’esame, lo staff non ha dato nemmeno un’occhiata ai pass. La persona alla porta ci ha salutato allegramente, ricordandosi di noi dall’esame precedente. Ci ha accompagnato ai nostri posti e abbiamo sostenuto l’esame, che è andato a meraviglia. Dio non risponde alle mie preghiere sempre come penso che dovrebbe, ma risponde ogni volta e non si dimentica mai do me. Chiedete e riceverete!
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Intorno al 1880, nel collegio femminile diretto dalle Suore di Loretto, vicino a Santa Fe, nel Nuovo Messico (USA), si era resa necessaria una scala per collegare il coro al pianoterra, sei metri più in basso. Parecchi costruttori erano stati chiamati per valutare la possibilità dell’opera, ma nessuno volle impegnarsi a costruirla perché al pianoterra non c’era spazio sufficiente per una scala costruita in modo classico. Le suore fecero una novena di preghiere a San Giuseppe, chiedendogli di aiutarle per quella scala. La tradizione della novena trae origine dai nove giorni che i primi discepoli dedicarono alla preghiera mentre erano in attesa dello Spirito Santo a Pentecoste. È una pratica comune anche nelle tradizioni luterane, anglicane e ortodosse. Il nono giorno si presentò alla porta un falegname, pronto a dedicarsi all’opera. Era arrivato su un asino e aveva solo tre attrezzi da falegname. Per sei mesi lavorò completamente da solo, dando pazientemente forma al legno per costruire la scala, poi scomparve prima della festa che avevano progettato in suo onore e durante la quale lo avrebbero pagato. Le suore chiesero informazioni al magazzino di legname e agli abitanti della città, ma nessuno lo aveva visto. ![]()
La scala a chiocciola è insolita, perfino unica, sotto molti aspetti. Tanto per cominciare, non ha una colonna centrale ed è fatta senza l’uso di chiodi o viti, solo colla e pioli di legno. Ha 33 scalini, che ci ricordano i 33 anni vissuti da Gesù sulla terra. Anche il legno è insolitamente denso e l’albero da cui proviene non è stato ancora identificato, anche se un’analisi fatta da un laboratorio della Marina suggerisce che sia simile a un abete che cresce in Alaska.
Un falegname ha commentato: «È un’opera d’arte magnifica che, da falegname, mi dà una lezione d’umiltà. Creare una scala del genere usando attrezzi moderni sarebbe un’impresa. Pensare di costruire una simile meraviglia con rudi attrezzi manuali, senza elettricità e con risorse minime, è inconcepibile». In tempi recenti, quasi 250mila persone vengono ogni anno ad ammirare la scala e sentire le varie teorie sull’identità del misterioso falegname. Personalmente, penso che uno dei punti principali della storia sia che le preghiere delle suore furono esaudite. Mi ricorda le storie raccontate da Gesù sul valore di una preghiera insistente: una donna che perora insistentemente la sua causa davanti a un giudice testardo, fino a che la sua richiesta è accettata; un uomo che disturba ripetutamente un suo amico a mezzanotte per chiedergli del pane per un suo ospite. Questa parabola c’insegna la necessità di continuare a pregare senza perdersi d’animo, ma confidando che Dio ci darà una mano. (Luca 18:1-8) Forse tu hai una tua “scala a chiocciola” personale da costruire, ma non hai idea di come realizzarla. Come le suore, puoi pregare e continuare a pregare, finché il Mastro Falegname farà il miracolo che solo Lui può fare. |
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January 2025
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