Al centro del Natale c’è il Bambino di Betlemme, nato in questo mondo, spesso freddo e ostile, per scaldarci con l’amore del suo Padre celeste. Fu un bambino ad aprire la prima celebrazione del Natale e sono i bambini che la mantengono viva in maniera speciale.
Tutti i libri e le pagine da colorare possono essere scaricati in formato .pdf. Puoi usarli a casa, in chiesa o in altri ambienti. Buon Natale!
Storie e libri di Natale
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Mio figlio Jonathan è nato in un piccolo villaggio indiano, dove mio marito ed io lavoravamo come volontari. Come molti bambini indiani è cresciuto mangiando riso, lenticchie dahl, ciapati e un’incredibile varietà di frutti tropicali dai tanti colori, disponibili a ogni angolo di strada.
Anche se aveva meno di cinque anni quando siamo tornati in Italia, gli ci è voluto un po’ di tempo per abituarsi all’ambiente nuovo e specialmente al cibo. All’inizio guardava con sospetto e analizzava ogni pezzo di pasta sul suo piatto. Era sempre stato lento a mangiare, ma gli ci è voluto del tempo per accettare la cucina italiana! Alla fine i suoi ricordi dell’India e dei suoi cibi si sono affievoliti. In quei giorni non c’era ancora la globalizzazione e i soli prodotti disponibili nei supermercati italiani erano i prodotti locali di stagione. Un giorno, comunque, passando davanti a un negozio di gastronomia appena aperto ho visto un mango! Era piuttosto caro, ma l’undicesimo compleanno di mio figlio era vicino, così ho pensato che gli avrebbe fatto un grande piacere assaporare uno dei suoi frutti preferiti da bambino. Ho comprato il mango, l’ho impacchettato e ho invitato Jonathan a fare una passeggiata. Ci siamo fermati su una panchina e gli ho presentato solennemente il regalo, dicendogli che gli avrebbe riportato alla mente ricordi del passato. Ha aperto lentamente il pacchetto e ha tenuto in mano il mango per un momento che è sembrato lunghissimo. Nessuna reazione. «Non mi ricordo niente, mamma. Mi spiace». Mi sono sentita un po’ delusa. «Dovresti assaggiarlo lo stesso. Te lo assicuro, quando eri piccolo ti piaceva moltissimo». Con lo stesso sguardo sospettoso che aveva dato ai suoi primi piatti italiani alcuni anni prima, Jonathan ha dato un piccolo morso. Poi un altro e un altro ancora. Nessuna reazione. Poi è apparso il seme e gli si sono illuminati gli occhi. «Adesso mi ricordo, mamma! Mi ricordo come mi piaceva succhiare il seme!» E insieme a quel ricordo ne sono arrivati molti altri. Abbiamo parlato e parlato, ricordando avvenimenti e cose del passato. Dopo questo episodio con mio figlio, mi ricordo di aver pensato com’è importante resistere un po’ più a lungo quando sembra che le cose non funzionino o non abbiano senso. Come madre, è stata un’altra conferma che qualsiasi cosa seminiamo nei primi anni dei nostri figli non sarà mai dimenticato. Potrà anche sembrarlo a volte… ma aspetta che arrivino al seme!
Courtesy of Activated magazine; used by permission. Photo by Free Images via Freepik.com
Tratto da un articolo di Maria Fontaine
Parte dell’aiutare i vostri figli a crescere e maturare è prepararli a stare in piedi da soli, insegnar loro a fare le scelte giuste nelle diverse situazioni e permettere loro di avere l’esposizione o le esperienze che inculcheranno le lezioni imparate. insegnerete loro a vedere la differenza tra la cosa giusta e quella sbagliata e a prendere le decisioni giuste per conto loro, più saranno al sicuro e pronti per quelle che solo loro possono prendere. Ecco un esempio pratico: se avete una piscina, potete costruirci attorno una recinzione per evitare incidenti, ma è anche utile insegnare ai bambini a nuotare e col tempo farne dei buoni nuotatori. La recinzione li protegge all’inizio, ma insegnando loro a nuotare li preparate anche a stare in acqua con sicurezza. Impartire queste lezioni di vita non può avvenire solo in un’aula scolastica. Queste “lezioni di vita” s’imparano con il tempo e richiedono molta comunicazione, discussione ed esperienza perché i bambini capiscano e crescano in queste aree. Queste esperienze e queste lezioni, però, li renderanno più saggi, più forti, più completi, più maturi, più percettivi e comprensivi; li aiuteranno a essere più preparati per la vita. L’esperienza fa bene ai bambini e li prepara per la vita, se li aiutate a sfruttarla per imparare. Che cosa significa preparare i bambini per la vita? Significa pensare a come aiutarli a progredire durante gli stadi naturali della crescita e dello sviluppo, sapere che cosa fanno o che situazioni affrontano i loro coetanei, e prepararli per i momenti in cui potrebbero affrontare le stesse cose. Significa insegnare ai vostri figli ad avere coraggio quando si trovano davanti a situazioni difficili e ad affrontarle con responsabilità e fiducia. Significa insegnare loro a giudicare ciò che è giusto e ciò che è sbagliato e ad agire con integrità, autodisciplina, convinzione, amore, tolleranza e forza di carattere. Sono lezioni di vita che impartite ai vostri figli perché sono parti integranti di un buon carattere che contribuiranno a stabilire il compasso morale della loro vita. Queste lezioni costruiscono il loro carattere e serviranno molto nella loro vita; voi genitori siete degli insegnanti essenziali per educarli in questo, perché impartendo le vostre convinzioni e i vostri valori personali aiuterete i vostri figli a trovare la direzione giusta. Vale la pena di fare del vostro meglio per insegnar loro a farsi strada in mezzo agli aspetti negativi o questionabili della società, a giudicare rettamente ciò ch’è giusto e ciò ch’è sbagliato e a basare le loro decisioni e le loro azioni su etiche e prospettive giuste. Oggi i bambini sono sottoposti a molte influenze e ne dovranno affrontare sempre di più nel corso della vita. Alcune saranno positive, altre negative e molte da qualche parte tra l’una e l’altra cosa. Forse vorrete dedicare un po’ di tempo a scoprire a quali cose sono esposti i vostri figli, cose di cui forse non vi siete resi conto. Potete chiedere l’opinione di altre persone che hanno rapporti con loro. Essere preparati è molto meglio che ritrovarsi con una sorpresa. Dedicando tempo a pensare alle varie possibilità e a discuterne, sarete più pronti ai vari scenari che i vostri figli potrebbero affrontare in futuro, o che forse stanno già affrontando. È normale che i ragazzi a volte prendano decisioni cattive o di dubbia qualità, perché stanno sperimentando e stanno ancora imparando a mettere in pratica gli insegnamenti che avete dato loro. È per questo che il vostro impegno attivo nella loro vita man mano che incontrano altre influenze, adempiendo alla vostra responsabilità di consigliarli nei momenti di dubbio e aiutarli a capire come prendere decisioni buone, fornisce loro un continuo “addestramento preparatorio”. Insegna loro a vivere su base quotidiana la teoria dell’educazione caratteriale che hanno ricevuto. Impegnatevi ad aiutarli a sviluppare convinzioni personali, insegnando loro a prendere buone decisioni anche quando devono affrontare pressioni sociali o altre situazioni difficili, e creando linee di comunicazione aperte in modo da poterli guidare in ogni circostanza. Quando ripenso alla mia infanzia, la mia mente viene inondata da immagini di amore, incoraggiamento e dolci ricordi familiari. Mi ricordo le serate passate sulle ginocchia di mio padre ad ascoltarlo leggermi storie per ore. Non ho alcun dubbio che quelle esperienze abbiano instillato in me un amore per i libri che è durato una vita. Quattro decenni dopo, posso ancora sentire le parole di mia madre — “Tratta tutti con gentilezza, Michelle” — con lo stesso tono che usava quando ero giovane. I valori con cui mi hanno cresciuta i miei genitori — perseveranza, compassione, accettazione e credere in me stessa — sono gli stessi che guidano la mia vita oggi. E sono gli stessi con cui cerco di modellare i miei figli. Non c’è bisogno di ricerche per dimostrare la vostra influenza: un solo momento in cui sorprendete vostro figlio a imitare il vostro comportamento, a ripetere le vostre parole o emulare i vostri valori, dovrebbe confermarvi che fate effettivamente una differenza. Il buon senso ci dice che possiamo influenzare in maniera rilevante la direzione che prenderà la vita dei nostri figli. E il motivo è semplice: le competenze per vivere con successo s’imparano, non si ereditano; possiamo fare una differenza enorme perché possiamo insegnare queste competenze ai nostri figli e ai nostri studenti. Gestire gli alti e bassi della vita, andare d’accordo con gli altri, stabilire un obiettivo e non arrendersi prima di averlo raggiunto, saper trovare soluzioni e risolvere i conflitti, comunicare in maniera risoluta e fare tutto ciò con compassione e comprensione, sono competenze che costruiscono caratteri solidi, menti forti e cuori amorevoli; sono tutte competenze che possono essere insegnate. Anche se il nostro amore e il nostro affetto non renderanno per forza più amichevoli e fiduciosi di sé i nostri figli, possiamo ugualmente coltivare le competenze che rinforzano le caratteristiche di una vita riuscita. E qualunque siano il carattere innato e la composizione genetica dei vostri figli, potete espandere il loro potenziale insegnando loro a condurre una vita più soddisfacente e riuscita. --Michelle Borba * Il modo in cui vivi — le tue priorità, come spendi il tempo e il denaro, il modo in cui tratti gli altri e le tue cose — è il miglior indicatore di ciò che è importante per te e dei valori che ti stanno a cuore. Credimi, i tuoi figli leggono la tua vita molto meglio di quanto diano ascolto alle tue parole. Se entrambe le cose viaggiano in armonia, bene. Altrimenti, è il momento di riesaminare le cose. Mentre cerchi di instillare buoni valori nei tuoi figli, fatti queste domande:
* Che cosa significa preparare i bambini per la vita? Significa pensare a come aiutarli a progredire durante gli stadi naturali della crescita e dello sviluppo, sapere che cosa fanno o che situazioni affrontano i loro coetanei, e prepararli per i momenti in cui potrebbero affrontare le stesse cose. Significa insegnare ai vostri figli ad avere coraggio quando si trovano davanti a situazioni difficili e ad affrontarle con responsabilità e fiducia. Significa, invece di proteggere i vostri figli dalle conseguenze negative del mondo d’oggi, insegnare loro a giudicare ciò che è giusto e ciò che è sbagliato e ad agire con integrità, autodisciplina, convinzione, amore, tolleranza e forza di carattere. […] Insegnare valori morali ai propri figli è una sfida che tutti i genitori devono affrontare. Se è una cosa che sta loro sufficientemente a cuore, devono insegnare ai propri figli a seguire i loro valori, le loro convinzioni e le loro idee anche quando sono esposti a influenze che non tollererebbero in casa propria ma che fanno semplicemente parte della vita non appena vanno a scuola, frequentano amici provenienti da famiglie che non hanno la stessa fede o lo stesso codice morale e così via. Preparare i vostri figli significa essenzialmente insegnar loro come agire e comportarsi lontano dalla “sicurezza” della loro casa o della loro struttura familiare, come rispondere alle circostanze con convinzione morale e come comportarsi quando sono lontani dai genitori, man mano che affrontano le realtà del mondo. […] Bambini e ragazzi oggi sono sottoposti a molte influenze e ne incontreranno sempre di più nel corso della vita. Alcune saranno positive, altre negative; molte saranno una via di mezzo. Acquisire la mentalità di prepararli per la vita vi aiuterà ad accettare che non sarete sempre in grado di proteggerli ed evitare che vengano in contatto con le influenze negative, ma potrete guidarli in modo che imparino a prendere le decisioni giuste quando verranno in contatto con esse. —Maria Fontaine * “La Parola di Dio è vivente ed efficace”.(Ebrei 4,12) Vive in noi, ci parla e riempie la nostra vita di luce e comprensione. Quando beviamo l’acqua viva della Parola di Dio, essa comincia a trasformare i nostri cuori, le nostre menti e le nostre vite. Cominciamo a vedere le cose dal punto di vista divino, che spesso è completamente diverso dal nostro modo di pensare. Scopriamo su di noi e sugli altri cose che non saremmo in grado di scoprire in nessun altro modo. Non diremmo a un bambino smarrito nella foresta: “Trova la strada di casa”. Non penseremmo mai a non nutrire i nostri figli, a non vestirli, o a non lasciarli uscire a giocare, a prendere aria fresca e a fare moto. Né dovremmo negare loro le parole di vita — la potenza, la luce e la vita di Dio. Gesù disse: “Le parole che vi dico sono spirito e vita”. (Giovanni 6:63) È grazie alla Parola di Dio che i nostri figli impareranno ciò ch’è giusto e ciò ch’è sbagliato; ed è la Parola di Dio he darà loro un solido fondamento su cui basarsi in mezzo a tutti i test e le prove che dovranno affrontare. E man mano che cresceranno, ne incontreranno molte, perché la vita è un campo di prova su cui devono imparare a fare scelte per ciò che è giusto e buono, piuttosto che per ciò che è sbagliato e dannoso. Giovani come sono, i vostri figli si troveranno presto impegnati in una lotta spirituale e cominceranno a fare scelte che potranno avere grande effetto sulla loro vita e su quella di altri. Come genitori, potete prepararli meglio per queste scelte difficili dando loro Gesù, un fondamento nella fede e una conoscenza della Parola di Dio. --Derek and Michelle Brookes Per gentile concessione di Anchor. Foto di Rick Bolin via Flickr.
Virginia Brandt Berg, adattato Secondo il dott. James H. Bossard, già professore di sociologia all’Università della Pennsylvania, uno dei punti più deboli della maggioranza delle famiglie è il modo in cui i genitori parlano davanti ai figli. Dopo aver studiato un gran numero di registrazioni fatte a tavola, scrisse: «Ho scoperto che molte famiglie hanno abitudini di conversazione precise e costanti, e che il modello prevalente è quello della critica. Raramente queste famiglie avevano qualcosa di buono da dire degli altri. Trovavano sempre da ridire su amici, parenti e vicini — in quasi ogni aspetto della vita, dalla fila nel supermarket alla stupidità del loro datore di lavoro. «Quest’atmosfera familiare costantemente negativa aveva un effetto disastroso sui figli, perché un’alta percentuale dei bambini [di queste famiglie] erano asociali e malvisti. Questo modello di ostilità, poi, molte volte si risolveva in liti all’interno della famiglia. Quel modello influenzava i bambini e creava in loro dei problemi». «Molto tempo fa — continuò il dott. Bossard — un grande Maestro spiegò che ciò che esce dalla bocca è molto più importante di ciò che vi entra».(Matteo 15:11) Il modo di cambiare la qualità delle nostre parole è di cambiare lo spirito da cui quelle parole provengono. Le parole che escono da un’anima piena dello Spirito d’amore di Dio avranno un sapore e una forza dotate di vera profondità. Per gentile concessione della rivista Contatto.
Solo i nonni trovano i capricci dei bambini divertenti. E' una sorta di rivincita nei confronti dei propri figli, ormai adulti e disperati, alle prese con i loro piccoli mostri. Purtroppo, i capricci sono una realtà per chiunque abbia a che fare con bambini piccoli. Di solito incominciano prima dei due anni, quando provano diversi modi per comunicare con gli altri e ottenere quello che vogliono. I capricci diventano sempre meno frequenti intorno ai quattro anni, anche se alcuni continuano a fare delle scenate anche quando sono più grandi. C'è chi continua fino all'età adulta. O no! Non c'è da preoccuparsi, però. I capricci sono in un certo senso inevitabili. Tuttavia, molti possono essere evitati e, seguendo alcuni semplici passaggi, è possibile insegnare ai bambini altri modi di comportamento. Quest’articolo aiuterà te e il tuo bambino a superare quei terribili anni e a rimanere sani di mente. Passaggi
Per gentile concessione di Wikihow. Foto di Mindaugas Danys via Flickr.
Ho portato mia figlia Helen (di otto anni) e mio figlio Brandon (cinque anni) a fare un po’ di spesa al centro commerciale Cloverleaf, ad Hattiesburg. Mentre entravamo nel parcheggio, abbiamo visto un lungo autoarticolato, con un grosso cartello che diceva: “Zoo: animali da accarezzare”. I bambini sono subito saltati su e hanno chiesto: “Papà, papà, possiamo andarci? Per favore. Ti prego, possiamo andare?” “Certo”, ho risposto, e ho dato a entrambi qualche soldo prima di entrare nel supermercato. Sono partiti a razzo ed io mi sono sentito libero di andare a cercare con calma una sega di cui avevo bisogno. Lo zoo consisteva in un recinto portatile nel cortile del centro commerciale, con una quindicina di centimetri di segatura per terra e un centinaio di animaletti pelosi di tutti i tipi. I bambini pagavano l’ingresso e restavano dentro il recinto, affascinati dalle piccole creature che si dimenavano, mentre i genitori facevano la spesa. Alcuni minuti dopo mi sono girato e mi sono accorto che Helen mi seguiva. Mi ha colpito il fatto che preferisse il negozio di ferramenta allo zoo. Per di più, pensavo che i bambini dovessero aspettare che i genitori venissero a prenderli. Mi sono chinato e le ho chiesto se c’era qualcosa che non andava. Mi ha guardato con quei suoi occhioni marroni e ha detto con tristezza: “Be’, papà, costava di più, così ho dato i miei soldi a Brandon”. Poi ha detto la cosa più bella che abbia mai sentito. Ha ripetuto il nostro motto di famiglia: “L’amore è azione!” Aveva dato i suoi soldi a Brandon — e non c’è nessuno che adora gli animaletti da coccolare più di Helen. Per anni, in casa aveva sentito me e mia moglie dire: “L’amore è azione!” e metterlo in pratica. Aveva sentito e visto “amore in azione” e adesso l’aveva incorporato nel suo piccolo stile di vita. Era diventato parte di lei. Cosa pensate che io abbia fatto? Be’, non quello che potreste pensare. Per prima cosa siamo tornati nel piccolo zoo, dato che Brandon era rimasto da solo. Siamo rimasti alla staccionata a guardare Brandon che impazziva ad accarezzare e nutrire gli animali. Helen è rimasta lì, con le mani e il mento appoggiati alla barriera, a osservare Brandon. Avevo la cifra giusta che mi bruciava in tasca, ma non l’ho offerta a Helen, e lei non me l’ha chiesta. Perché conosceva il motto completo della nostra famiglia. Non è “l’amore è azione”, ma “l’amore è azione e sacrificio”. L’amore paga sempre un prezzo. L’amore costa sempre qualcosa. L’amore è costoso. Quando si ama, i profitti vanno sul conto di un altro. L’amore è per te, non per me. L’amore dà; non afferra. Helen ha dato la sua moneta a Brandon e ha voluto imparare la lezione fino in fondo. […] Voleva fare un’esperienza completa del motto di famiglia. L’amore è azione e sacrificio”. --Dave Simmons, “Dad, The Family Coach” Per gentile concessione di Anchor. Nessuno metterebbe in discussione il fatto che crescere dei figli con un carattere forte richiede tempo e fatica. Mentre avere dei figli potrebbe voler dire “fare quello che viene in modo naturale”, essere un buon genitore è molto più complicato. Se vuoi sapere come crescere un figlio segui questi passaggi.
Parte 1 di 4: Sviluppare Abitudini Sane Mettere al primo posto l’educazione dei figli. Si tratta di un aspetto difficile da mettere in pratica in un mondo in cui esistono così tante richieste contrastanti. Un buon genitore programma e dedica del tempo all’educazione dei propri figli in modo consapevole. Egli considera lo sviluppo del carattere del figlio la priorità principale. Quando diventi genitore, devi imparare ad anteporre le priorità dei tuoi figli alle tue e a sacrificarti a trascorrere più tempo della tua giornata a prenderti cura di loro invece che di te. Certamente non dovresti trascurare te stesso completamente, ma dovresti abituarti all’idea di mettere i bisogni di tuo figlio al primo posto. Se hai una compagna, potete prendervi cura del bambino a turno, in modo tale che ognuno di voi abbia del tempo libero per se stesso. Quando programmi la tua routine settimanale, i bisogni di tuo figlio dovrebbero essere il tuo obiettivo primario. Ogni giorno leggi qualcosa a tuo figlio. Contribuire ad alimentare l’amore per le parole scritte aiuterà tuo figlio a sviluppare una passione per la lettura quando sarà più grande. Decidi ogni giorno un momento da dedicare alla lettura per il tuo bambino, di solito prima di andare a letto o prima di schiacciare un pisolino. Dedica almeno mezz’ora o un’ora al giorno alla lettura per tuo figlio, se non di più. Non solo tuo figlio svilupperà un amore per le parole, ma avrà anche migliori opportunità di successo negli studi e a livello comportamentale. Gli studi dimostrano che i bambini che hanno avuto qualcuno che leggeva per loro ogni giorno, mostrano meno comportamenti negativi a scuola. Cenate come una famiglia. Una delle abitudini più pericolose delle famiglie moderne è costituita dalla perdita del pasto in famiglia. Il tavolo da pranzo non è solo un luogo di sostentamento e di faccende familiari, ma è anche un luogo dove vengono insegnati e trasmessi i nostri valori. Le buone maniere e le regole vengono acquisite in modo sottile quando si è a tavola. L’ora dei pasti in famiglia dovrebbe comunicare e supportare gli ideali a cui i bambini faranno riferimento nel corso della vita. Se tuo figlio è schizzinoso nel mangiare, non passare tutta la cena a criticare le sue abitudini alimentari e a controllare cosa non mangia come un avvoltoio. In questo modo, tuo figlio assocerà i pasti in famiglia a qualcosa di negativo. Coinvolgi tuo figlio durante i pasti. La cena sarà più divertente se tuo figlio ti “aiuta” a scegliere il cibo al supermercato o ad apparecchiare la tavola o a occuparsi di piccole faccende inerenti alla preparazione del cibo, come lavare le verdure che cucinerai. Mantieni le conversazioni a tavola aperte e poco impegnative. Non fare a tuo figlio il terzo grado. Domanda semplicemente: “com’è andata la giornata?”. Imponi abitudini severe riguardo all’orario di andare a letto. Anche se tuo figlio non deve andare a letto tutte le sere durante lo stesso intervallo di tempo di cinque minuti, dovresti stabilire delle abitudini sull’orario di andare a dormire, che tuo figlio possa seguire e rispettare. Gli studi dimostrano che dopo soltanto un’ora di sonno persa, le capacità cognitive dei bambini possono essere ridotte di due interi anni scolastici, di conseguenza è importante che si riposino il più possibile prima di andare a scuola. La tua routine dovrebbe includere del tempo per rilassarsi. Spegni la televisione, la musica o qualunque altro dispositivo elettronico e parla dolcemente con tuo figlio nel letto o leggigli qualcosa. Non dare a tuo figlio snack contenenti zucchero appena prima di andare a letto o sarà più difficile farlo addormentare. Stimola tuo figlio a sviluppare nuove abilità ogni settimana. Anche se non devi iscriverlo a dieci diverse attività ogni settimana, dovresti trovare almeno una o due attività che gli piacciono e inserirle nella sua routine settimanale. Può trattarsi di qualsiasi cosa, dal calcio alle lezioni di arte, non ha importanza cosa sia purché tuo figlio mostri un talento o una passione per qualcosa. Fagli sapere che sta facendo un ottimo lavoro e incoraggialo ad andare avanti. Accompagnare tuo figlio a diverse lezioni lo aiuterà anche a socializzare con gli altri bambini. Non impigrirti. Se tua figlia si lamenta perché non vuole andare alla lezione di pianoforte, ma sai che in fondo le piace, non cedere solo perché non te la senti di guidare fin là. Concedi ogni giorno a tuo figlio del tempo sufficiente per giocare. ”Il momento del gioco” non significa lasciare tuo figlio seduto davanti alla televisione in balia delle costruzioni mentre tu lavi i piatti. “Il momento del gioco” significa far sedere tuo figlio in camera sua o nell’area dedicata al gioco impegnandolo attivamente con giochi stimolanti mentre lo aiuti a esplorare le sue possibilità. Anche se potresti essere stanca, è importante mostrare a tuo figlio il vantaggio di giocare coi suoi giochi, affinché acquisisca gli stimoli di cui ha bisogno e impari a giocare da solo. Non importa se non hai 80 milioni di giocattoli con cui farlo giocare. È la qualità e non la quantità che conta. Potresti scoprire che il suo gioco preferito del mese è un rotolo di carta igienica vuoto. Parte 2 di 4: Amare tuo Figlio Impara ad ascoltare i tuoi bambini. Influire sulla loro vita è una delle cose più straordinarie che tu possa fare. È facile disinteressarsi dei propri figli ed è un’opportunità sprecata per fornire loro una guida importante. Se non ascolti mai i tuoi figli e passi tutto il tempo a urlare ordini verso di loro, non si sentiranno rispettati o amati. Josie Clark Mentre correvo per le strade di Morelia, una città messicana, notai dei mendicanti a ogni semaforo. Era la vigilia di Natale ed ero uscita con mia figlia di dieci anni a fare qualche ultima compera. «Guarda quella signora!» Cathy diresse la mia attenzione su una vecchia che aveva smesso momentaneamente di mendicare e si stava stropicciando i piedi infreddoliti. «È la nonna di qualcuno» ho pensato a voce alta «ma invece di stare a casa con la sua famiglia è qui fuori a piedi nudi, cercando di mettere insieme qualche soldo per il pranzo di Natale». Poi mi ha colpito un’idea. «Cathy, andiamo a casa e mettiamo insieme qualcosa da mangiare per lei». Si stava già facendo buio, così probabilmente non si sarebbe fermata molto a lungo a quel semaforo. Tornammo a casa di corsa, trovammo un paio di borse e cominciammo a ispezionare la dispensa e il frigorifero. Riso, fagioli, peperoncini secchi, un barattolo di salsa, tortillas, un pollo. Era facile riempire le borse con tutto quello che avevamo. Una pagnotta, prosciutto, pancetta. Chiusi le borse con dei nastri colorati e uscimmo a cercare la donna. All’inizio pensammo di averci messo troppo tempo e che fosse già tornata a casa, poi la vedemmo camminare lentamente davanti a noi, stringendosi addosso uno scialle, probabilmente diretta a casa. «Salve!» la salutò Cathy, per poi continuare in spagnolo: «L’abbiamo vista al semaforo e le abbiamo portato un po’ di cibo per il pranzo di Natale. Speriamo che lei e la sua famiglia possiate sentire l’amore di Dio questo Natale». La vecchia ci guardò con stupore e gli occhi le si riempirono di lacrime. Poi prese le mani di Cathy e le baciò. «Grazie, grazie. Dio ti benedica. Sei bellissima, sei un angelo di Natale». Accettò le borse e continuò per la sua strada. La nostra vigilia di Natale fu allegra, come al solito, e la mattina successiva Cathy aprì i suoi regali. Quando le chiesi se si stava divertendo, mi rispose: «Sai, mamma, vedere quella vecchia così felice ieri sera e poi quando mi ha baciato le mani, è stato il regalo migliore. Penso che dare agli altri sia la parte migliore del Natale!» Per gentile concessione della rivista Contatto.
Mary Roys Ogni dicembre chiedo ai miei figli, Toby e Kathy, che ora hanno sette e nove anni, di controllare i loro giocattoli e i loro vestiti e mettere da parte quelli che non usano più. Poi controllo quello che hanno selezionato, eliminando i pezzi più usati ed esercitando il mio potere di veto su altri, e metto le cose migliori in scatoloni da dare a chi ha meno di noi. Oltre a instillare nei bambini uno spirito di generosità, ho scoperto che è anche un buon sistema per eliminare le cose in più e fare buon uso degli articoli migliori di cui non hanno più bisogno. Il Natale scorso sembrava che i miei bambini vedessero la festa in modo più materialistico; pensavano di più ai regali che speravano di ricevere ed erano meno disposti a dare. Me ne sono chiesta il motivo e anche se fossero consapevoli di questo cambiamento nel loro atteggiamento. Decisi di indagare in maniera indiretta. «Quale pensate che sia il vero significato del Natale?» Naturalmente sapevano che a Natale si celebra la nascita di Gesù, ma era tutto lì. «Il primo Natale, Dio ci ha dato solo le cose che non gli servivano più?» «No», rispose pensieroso Toby. «Ci ha dato la cosa migliore che aveva il suo tesoro più speciale». «E quello è il vero spirito del Natale», spiegai. «Dare agli altri quello che abbiamo di meglio, come Dio ha fatto con noi». I bambini ci pensarono su un po’, poi se ne uscirono con il piano di dare via alcuni dei loro giocattoli preferiti, invece di solo quelli di cui erano stanchi. Toby scelse di dare alcune delle sue macchinine preferite e Kathy una delle sue bambole. Li impacchettammo con il resto degli articoli che avevamo preparato, poi portai i bambini con me quando andammo a consegnare i nostri regali. Inculcare nei miei figli dei buoni valori è una delle mie responsabilità più grandi come madre; insegnare loro a pensare agli altri prima che a se stessi ne è una gran parte. Naturalmente, dare altruisticamente non dovrebbe essere limitato a un solo giorno dell’anno, ma il giorno di Natale è un’opportunità perfetta per farlo. Mary Roys è una consulente familiare nel Sudest Asiatico. Articolo gentile concessione della rivista Contatto. Usato con permesso. |
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