Essere genitori è molto di più che il semplice consolare i bambini quando cadono, o assicurarsi che vengano nutriti correttamente, che si lavino i denti e via di seguito. I genitori sono responsabili anche dell’addestramento spirituale dei loro figli.
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La Bibbia dice che Dio è amore (1 Giovanni 4,8), Le famiglie che condividono questa connessione con Dio, sono più unite, più amorevoli e hanno molti meno problemi al loro interno delle famiglie che non ce l’hanno. Perché? Perché hanno in comune le cose più importanti. Hanno un’idea chiara di ciò che è giusto e sbagliato; hanno la guida ed il sostegno spirituale necessari per prendere le decisioni giuste e metterle in pratica. Seguito sono alcune storie della Bibbia gratuiti per neonati e bambini piccoli che è possibile leggere online o da scaricare: Flashcards di storie bibliche
Vecchio Testamento
Nuovo Testamento: Vita di Gesù
Nuovo Testamento: parabole di Gesù
Nuovo! Nuovo Testamento: Atti degli Apostoli
Bibbia per bambini
Passaggi e versetti biblici illustrati
Gesù è colui che ci ha dato un amore infinito, che apprezza infinitamente quando lo aiutiamo a comunicare quell’amore agli altri, oggi e sempre. Tutto l’amore che abbiamo e che possiamo dare agli altri è possibile grazie al suo amore. Per Lui non esiste un giorno che non sia un momento in cui dare.
1 - 4 anni Storie
5 - 7 anni Storie
8 - 11 anni Storie
Video
Disegni da colorare ed Attività
Chalsey Dooley Lo scorso Natale quella scintilla magica non arrivò mai. Non avevo voglia di decorare l’albero e non volevo nemmeno il senso di colpa e lo stress che mi sarebbero venuti per la fretta e l’ansia di «dare un significato alla festa». Quest’anno, però, è stato diverso. Anzi, abbiamo cominciato a prepararci in luglio! Che cosa c’è stato di diverso? Io e i bambini abbiamo stabilito il piano di fare a Gesù 1.001 regali entro il suo compleanno e da quel momento gliene abbiamo fatti uno ogni giorno. Un lato della porta della nostra cucina è coperto da elenchi e diagrammi, e ci sono parecchie centinaia di crocette e adesivi per indicare i regali che gli abbiamo già fatto! C’è un grafico per le buone azioni fatte per aiutare gli altri. Ce n’è un altro per i versetti biblici imparati. Un altro ancora per le lettere scritte per ispirare gli amici. Un altro ancora per le volte che ci siamo fermati a dedicare un po’ di tempo a Gesù. Sono solo alcuni dei regali che gli stiamo facendo per Natale. Quest’anno la stagione natalizia è cominciata con alcuni mesi d’anticipo ed è bellissimo. Non c’è fretta, né pressione, né sensi di colpa e siamo più concentrati. Stiamo raggiungendo i nostri obiettivi e usando il nostro tempo per rendere felici Lui e gli altri. I grafici sono quasi tutti completati e quando lo saranno ne metteremo ognuno in una scatoletta ben confezionata e lo depositeremo sotto l’albero. Sono doni fatti dal cuore e ognuno rappresenta tempo, amore e impegno che siamo sicuri Lui sarà lieto di ricevere. Sappiamo già cosa sarà il millunesimo regalo: una semplice candela di compleanno. L’accenderemo per un momento ogni giorno mentre pregheremo che altri in tutto il mondo possano conoscere l’amore di Gesù. Anche queste preghiere sono regali che possiamo offrire a chi ci ha offerto tutto di Sé. Per gentile concessione di rivista Contatto. Usato con permesso. Foto: MollySabourin/Flickr
Iris Richard Sono nata nel 1955, solo dieci anni dopo la II Guerra Mondiale, quando le difficoltà della guerra erano ancora fresche nella mente della gente. Mio nonno raccontava a noi bambini la fame e la stanchezza di quei giorni e gli sforzi per sopravvivere nei lunghi mesi di gelo invernale. La nostra cittadina era nel cuore della zona industriale della Germania e tutto era coperto da una patina quasi permanente di polvere marrone proveniente dalle acciaierie. In primavera l’erba e i germogli diventavano marroni molto in fretta e la neve fresca in inverno faceva lo stesso; il suo mantello era già sporco dopo un solo giorno. La prima domenica di dicembre, la nostra famiglia si riuniva sempre intorno al tavolo nella piccola cucina del nostro appartamento. Mia madre, mia sorella Petra ed io accendevamo la prima candela della nostra ghirlanda di Natale e cantavamo canti natalizi, mentre i nostri pensieri correvano lontano da quella città polverosa fino ai tre re magi in viaggio sui loro cammelli. Ogni settimana accendevamo una candela nuova; pace e gioia riempivano i nostri cuori e la storia della mangiatoia che aspettava la nascita del nostro Salvatore prendeva vita. Dopo una lunga attesa, arrivava finalmente la grande occasione della preparazione dei dolci, una cosa molto speciale, perché burro, noci e uova arrivavano di rado e il cioccolato era una sorpresa rara. Con il loro profumo delizioso ancora nell’aria, mettevamo via accuratamente ogni infornata di biscotti in grandi scatole di latta. La mattina di Natale, ci alzavamo per vedere l’albero, preparato la notte prima dai nostri genitori. C’infilavamo tutti nel soggiorno, mentre papà accendeva a una a una le candele con un lungo fiammifero. Che gioia trovare le calze piene di biscotti, noci, cioccolato, arance e mele, e vestiti nuovi per le nostre bambole! C’erano anche pastelli e album da colorare, berretti, guanti e sciarpe. Erano i giorni delle gioie semplici e dei giocattoli fatti a mano. Questi ricordi servono a ricordarmi di cercare i valori veri, il tocco umano, le cose che durano — specialmente nei giorni in rapido movimento in cui viviamo oggi, pieni di aggeggi tecnologici e attività fatte su uno schermo. Mi ricordano anche di tenere gli occhi aperti per vedere i bisogni degli altri, per amare e dare. È questo che rende veramente indimenticabile questa stagione, lasciando un segno importante nei ricordi dei nostri figli e delle persone che incontriamo. Per gentile concessione di rivista Contatto. Foto: Celeste Lindell/Flickr.
Jessica Roberts Nel bel mezzo di una lezione di matematica, uno dei miei alunni di seconda ha fatto questa sorprendente aff ermazione: «Dio non esiste!» Considerando che eravamo in una scuola cristiana e che Martin era il fi glio di un pastore protestante, mi sono chiesta come fosse arrivato a questa conclusione durante la mia lezione. Gliel’ho chiesto e immediatamente lui ha risposto: «Mio papà dice che ci sono Dio, Gesù e lo Spirito Santo, ma anche che c’è un solo Dio. Non ha senso». Che fare? Ero sicura che menti più eccelse di Martin avessero contemplato la Santa Trinità, incontrando lo stesso problema, ma al momento preferivo restare nel campo delle moltiplicazioni. «Martin, stiamo facendo matematica. Possiamo parlarne più tardi». «Ma è un problema di matematica» replicò Martin. «Tre non è lo stesso che uno!» Quale genitore o insegnante non è caduta in una simile imboscata? Dalla bocca dei bambini escono molte domande diffi cili. Ho imparato che in casi del genere la cosa migliore da fare è chiedere saggezza a Dio, perché quella che potrei interpretare come sfacciataggine o spirito di contraddizione da parte del bambino potrebbe essere invece curiosità innata ispirata da Dio e una grande opportunità di insegnamento. Le mie conoscenze di teologia non mi sembravano abbastanza aggiornate per spiegare a Martin e ai suoi compagni il concetto della Trinità. ... L’intervallo! Salvata dalla campana! Nei dieci minuti successivi, mentre i bambini giocavano, io pregai. E mi venne in mente una risposta. Era un po’ semplicistica e probabilmente diversa da come l’avrebbero spiegata Sant’Agostino o altri pensatori cristiani, ma funzionò con Martin e gli altri quando riprendemmo la lezione di matermatica. «La Bibbia chiama Gesù “la Rosa di Sharon”», spiegai loro. «Dio è come la radice della pianta di rose. È nascosto, ma è da lì che ha avuto origine ed è nata la rosa. Gesù è come il fi ore. È la parte visibile dell’amore di Dio che possiamo “vedere” e sentire. Lo Spirito Santo è come la linfa che scorre nella pianta e la mantiene viva. Tre aspetti, ma la stessa pianta di rose. Capite?» Immagino che Martin avrà domande ancora più diffi cili in futuro e naturalmente anch’io ne ho tante. Grazie al cielo Dio risponde sempre quando gli chiediamo qualcosa con sincerità. Può darci una spiegazione semplice e diretta come quella che mi diede per Martin, oppure una più complicata, oppure può darci semplicemente la pace di accettare quello che non possiamo ancora capire. Per gentile concessione di rivista Contatto. Usato con permesso.
Becky Hayes Avevo pregato che mio figlio Denith sviluppasse un rapporto stretto e personale con Gesù fin da piccolo, facendo tesoro della grande fede e della maggiore capacità di credere che si ha a due anni. Pregai che non solo imparasse a conoscere Gesù come suo Dio e Salvatore, ma che sviluppasse con Lui anche quel legame di profonda amicizia che Gesù desidera avere con ciascuno di noi. Volevo che Denith sentisse il suo Spirito e udisse la sua Voce. Una sera accadde qualcosa di veramente speciale che mi incoraggiò e mi diede la convinzione di insegnargli meglio ad ascoltare Gesù da solo. Quando era più piccolo, Denith aveva ricevuto in dono un orsetto, e lo aveva chiamato “Teddy”. Era molto affezionato al suo piccolo amico di peluche. Dovunque andasse – all’asilo, a pranzo, o al supermercato – lo portava con sé. Un giorno Teddy andò perso e non riuscimmo più a trovarlo. Per tre giorni lo cercammo in tutta la casa. Tirai tutto fuori da sotto il letto, nel caso fosse caduto lì dietro e fosse rimasto incastrato. La terza notte dopo la scomparsa di Teddy, stavo mettendo a letto Denith e mia figlia di nove mesi Leilani. Le luci erano già spente e i bambini erano sotto le coperte, pronti a pregare per la notte, quando Denith chiese: “Mamma, dov’è Teddy?” “Tesoro”, gli dissi, “Teddy si è perso. Dobbiamo cercarlo durante il giorno quando c’è luce. Ora è buio e non possiamo vedere. Ma perché non chiediamo a Gesù di dare la buonanotte a Teddy, tenerlo comodo e al calduccio e aiutarlo a dormire bene?” “Mamma, dov’è Gesù?” chiese Denith. “Gesù è nel tuo cuore”, risposi. “È anche nel mio cuore e tutt’intorno a noi. Se gli parli, Lui può sentirti e, se ascolti, anche tu puoi sentire Lui”. Senza altre domande Denith improvvisamente chiese ad alta voce: “Gesù, dov’è Teddy?” Seguì una breve pausa, e poi, in maniera eccitata ma sicuro di sé, Denith esclamò: “Mamma, Teddy è nel lettino di Leilani!” Un brivido d’eccitazione percorse il mio corpo. Sapevo che mio figlio aveva udito la risposta di Gesù alla sua domanda. Non esitai un secondo. Cominciai a spostare i giocattoli e gli animali di peluche che stavano nel lettino di Leilani. E infatti, sotto tutti i giocattoli, trovai Teddy. Fui molto toccata nel vedere l’amore di Gesù per Denith e il modo in cui aveva premiato la sua fede rispondendogli così chiaramente. Fu una buona occasione per me per dimostrare a Denith che Gesù ha sempre una risposta. Per gentile concessione della rivista Contatto. Usato con permesso. Foto di Wikimedia Commons.
Tratto da un articolo di Maria Fontaine
Parte dell’aiutare i vostri figli a crescere e maturare è prepararli a stare in piedi da soli, insegnar loro a fare le scelte giuste nelle diverse situazioni e permettere loro di avere l’esposizione o le esperienze che inculcheranno le lezioni imparate. insegnerete loro a vedere la differenza tra la cosa giusta e quella sbagliata e a prendere le decisioni giuste per conto loro, più saranno al sicuro e pronti per quelle che solo loro possono prendere. Ecco un esempio pratico: se avete una piscina, potete costruirci attorno una recinzione per evitare incidenti, ma è anche utile insegnare ai bambini a nuotare e col tempo farne dei buoni nuotatori. La recinzione li protegge all’inizio, ma insegnando loro a nuotare li preparate anche a stare in acqua con sicurezza. Impartire queste lezioni di vita non può avvenire solo in un’aula scolastica. Queste “lezioni di vita” s’imparano con il tempo e richiedono molta comunicazione, discussione ed esperienza perché i bambini capiscano e crescano in queste aree. Queste esperienze e queste lezioni, però, li renderanno più saggi, più forti, più completi, più maturi, più percettivi e comprensivi; li aiuteranno a essere più preparati per la vita. L’esperienza fa bene ai bambini e li prepara per la vita, se li aiutate a sfruttarla per imparare. Che cosa significa preparare i bambini per la vita? Significa pensare a come aiutarli a progredire durante gli stadi naturali della crescita e dello sviluppo, sapere che cosa fanno o che situazioni affrontano i loro coetanei, e prepararli per i momenti in cui potrebbero affrontare le stesse cose. Significa insegnare ai vostri figli ad avere coraggio quando si trovano davanti a situazioni difficili e ad affrontarle con responsabilità e fiducia. Significa insegnare loro a giudicare ciò che è giusto e ciò che è sbagliato e ad agire con integrità, autodisciplina, convinzione, amore, tolleranza e forza di carattere. Sono lezioni di vita che impartite ai vostri figli perché sono parti integranti di un buon carattere che contribuiranno a stabilire il compasso morale della loro vita. Queste lezioni costruiscono il loro carattere e serviranno molto nella loro vita; voi genitori siete degli insegnanti essenziali per educarli in questo, perché impartendo le vostre convinzioni e i vostri valori personali aiuterete i vostri figli a trovare la direzione giusta. Vale la pena di fare del vostro meglio per insegnar loro a farsi strada in mezzo agli aspetti negativi o questionabili della società, a giudicare rettamente ciò ch’è giusto e ciò ch’è sbagliato e a basare le loro decisioni e le loro azioni su etiche e prospettive giuste. Oggi i bambini sono sottoposti a molte influenze e ne dovranno affrontare sempre di più nel corso della vita. Alcune saranno positive, altre negative e molte da qualche parte tra l’una e l’altra cosa. Forse vorrete dedicare un po’ di tempo a scoprire a quali cose sono esposti i vostri figli, cose di cui forse non vi siete resi conto. Potete chiedere l’opinione di altre persone che hanno rapporti con loro. Essere preparati è molto meglio che ritrovarsi con una sorpresa. Dedicando tempo a pensare alle varie possibilità e a discuterne, sarete più pronti ai vari scenari che i vostri figli potrebbero affrontare in futuro, o che forse stanno già affrontando. È normale che i ragazzi a volte prendano decisioni cattive o di dubbia qualità, perché stanno sperimentando e stanno ancora imparando a mettere in pratica gli insegnamenti che avete dato loro. È per questo che il vostro impegno attivo nella loro vita man mano che incontrano altre influenze, adempiendo alla vostra responsabilità di consigliarli nei momenti di dubbio e aiutarli a capire come prendere decisioni buone, fornisce loro un continuo “addestramento preparatorio”. Insegna loro a vivere su base quotidiana la teoria dell’educazione caratteriale che hanno ricevuto. Impegnatevi ad aiutarli a sviluppare convinzioni personali, insegnando loro a prendere buone decisioni anche quando devono affrontare pressioni sociali o altre situazioni difficili, e creando linee di comunicazione aperte in modo da poterli guidare in ogni circostanza. Quando ripenso alla mia infanzia, la mia mente viene inondata da immagini di amore, incoraggiamento e dolci ricordi familiari. Mi ricordo le serate passate sulle ginocchia di mio padre ad ascoltarlo leggermi storie per ore. Non ho alcun dubbio che quelle esperienze abbiano instillato in me un amore per i libri che è durato una vita. Quattro decenni dopo, posso ancora sentire le parole di mia madre — “Tratta tutti con gentilezza, Michelle” — con lo stesso tono che usava quando ero giovane. I valori con cui mi hanno cresciuta i miei genitori — perseveranza, compassione, accettazione e credere in me stessa — sono gli stessi che guidano la mia vita oggi. E sono gli stessi con cui cerco di modellare i miei figli. Non c’è bisogno di ricerche per dimostrare la vostra influenza: un solo momento in cui sorprendete vostro figlio a imitare il vostro comportamento, a ripetere le vostre parole o emulare i vostri valori, dovrebbe confermarvi che fate effettivamente una differenza. Il buon senso ci dice che possiamo influenzare in maniera rilevante la direzione che prenderà la vita dei nostri figli. E il motivo è semplice: le competenze per vivere con successo s’imparano, non si ereditano; possiamo fare una differenza enorme perché possiamo insegnare queste competenze ai nostri figli e ai nostri studenti. Gestire gli alti e bassi della vita, andare d’accordo con gli altri, stabilire un obiettivo e non arrendersi prima di averlo raggiunto, saper trovare soluzioni e risolvere i conflitti, comunicare in maniera risoluta e fare tutto ciò con compassione e comprensione, sono competenze che costruiscono caratteri solidi, menti forti e cuori amorevoli; sono tutte competenze che possono essere insegnate. Anche se il nostro amore e il nostro affetto non renderanno per forza più amichevoli e fiduciosi di sé i nostri figli, possiamo ugualmente coltivare le competenze che rinforzano le caratteristiche di una vita riuscita. E qualunque siano il carattere innato e la composizione genetica dei vostri figli, potete espandere il loro potenziale insegnando loro a condurre una vita più soddisfacente e riuscita. --Michelle Borba * Il modo in cui vivi — le tue priorità, come spendi il tempo e il denaro, il modo in cui tratti gli altri e le tue cose — è il miglior indicatore di ciò che è importante per te e dei valori che ti stanno a cuore. Credimi, i tuoi figli leggono la tua vita molto meglio di quanto diano ascolto alle tue parole. Se entrambe le cose viaggiano in armonia, bene. Altrimenti, è il momento di riesaminare le cose. Mentre cerchi di instillare buoni valori nei tuoi figli, fatti queste domande:
* Che cosa significa preparare i bambini per la vita? Significa pensare a come aiutarli a progredire durante gli stadi naturali della crescita e dello sviluppo, sapere che cosa fanno o che situazioni affrontano i loro coetanei, e prepararli per i momenti in cui potrebbero affrontare le stesse cose. Significa insegnare ai vostri figli ad avere coraggio quando si trovano davanti a situazioni difficili e ad affrontarle con responsabilità e fiducia. Significa, invece di proteggere i vostri figli dalle conseguenze negative del mondo d’oggi, insegnare loro a giudicare ciò che è giusto e ciò che è sbagliato e ad agire con integrità, autodisciplina, convinzione, amore, tolleranza e forza di carattere. […] Insegnare valori morali ai propri figli è una sfida che tutti i genitori devono affrontare. Se è una cosa che sta loro sufficientemente a cuore, devono insegnare ai propri figli a seguire i loro valori, le loro convinzioni e le loro idee anche quando sono esposti a influenze che non tollererebbero in casa propria ma che fanno semplicemente parte della vita non appena vanno a scuola, frequentano amici provenienti da famiglie che non hanno la stessa fede o lo stesso codice morale e così via. Preparare i vostri figli significa essenzialmente insegnar loro come agire e comportarsi lontano dalla “sicurezza” della loro casa o della loro struttura familiare, come rispondere alle circostanze con convinzione morale e come comportarsi quando sono lontani dai genitori, man mano che affrontano le realtà del mondo. […] Bambini e ragazzi oggi sono sottoposti a molte influenze e ne incontreranno sempre di più nel corso della vita. Alcune saranno positive, altre negative; molte saranno una via di mezzo. Acquisire la mentalità di prepararli per la vita vi aiuterà ad accettare che non sarete sempre in grado di proteggerli ed evitare che vengano in contatto con le influenze negative, ma potrete guidarli in modo che imparino a prendere le decisioni giuste quando verranno in contatto con esse. —Maria Fontaine * “La Parola di Dio è vivente ed efficace”.(Ebrei 4,12) Vive in noi, ci parla e riempie la nostra vita di luce e comprensione. Quando beviamo l’acqua viva della Parola di Dio, essa comincia a trasformare i nostri cuori, le nostre menti e le nostre vite. Cominciamo a vedere le cose dal punto di vista divino, che spesso è completamente diverso dal nostro modo di pensare. Scopriamo su di noi e sugli altri cose che non saremmo in grado di scoprire in nessun altro modo. Non diremmo a un bambino smarrito nella foresta: “Trova la strada di casa”. Non penseremmo mai a non nutrire i nostri figli, a non vestirli, o a non lasciarli uscire a giocare, a prendere aria fresca e a fare moto. Né dovremmo negare loro le parole di vita — la potenza, la luce e la vita di Dio. Gesù disse: “Le parole che vi dico sono spirito e vita”. (Giovanni 6:63) È grazie alla Parola di Dio che i nostri figli impareranno ciò ch’è giusto e ciò ch’è sbagliato; ed è la Parola di Dio he darà loro un solido fondamento su cui basarsi in mezzo a tutti i test e le prove che dovranno affrontare. E man mano che cresceranno, ne incontreranno molte, perché la vita è un campo di prova su cui devono imparare a fare scelte per ciò che è giusto e buono, piuttosto che per ciò che è sbagliato e dannoso. Giovani come sono, i vostri figli si troveranno presto impegnati in una lotta spirituale e cominceranno a fare scelte che potranno avere grande effetto sulla loro vita e su quella di altri. Come genitori, potete prepararli meglio per queste scelte difficili dando loro Gesù, un fondamento nella fede e una conoscenza della Parola di Dio. --Derek and Michelle Brookes Per gentile concessione di Anchor. Foto di Rick Bolin via Flickr.
Insegna al ragazzo la condotta che deve tenere; anche quando sarà vecchio non se ne allontanerà. --Proverbi 22,6 [1] * Un giorno, fra non molto, i vostri figli cresceranno e se ne andranno. Allora sarete grati di aver dato loro ciò di cui avevano bisogno durante la crescita. Non è stato facile, avete fatto molti sacrifici, ma ne è valsa la pena! Ecco cosa dice al riguardo Joy, una missionaria, madre di numerosi figli: Ora sto vedendo la maternità da un altro punto di vista. Ho superato gli anni iniziali dei pannolini da cambiare e delle poppate notturne, delle sedute sul vasino e delle ginocchia sbucciate. Sono una nonna e una mamma, contemporaneamente. I miei figli più piccoli vivono ancora con me, ma i più grandi sono sposati e cominciano ad avere figli loro. Un pensiero felice che voglio condividere con i genitori più giovani che stanno affrontando la montagna apparentemente insormontabile di essere madri e padri, è semplicemente questo: ne vale la pena! Guardando i miei figli che sono diventati giovani adulti provo una sensazione meravigliosa, perché vedo il modo in cui Signore ha lavorato nella loro vita. Mi dona la pace e una visione fresca per i piccoli che ho ancora in braccio. … Così, in quelle ore notturne in cui vi prendete cura di un bambino malato, sorridendo mentre volete piangere, cantando mentre pregate per avere pazienza, asciugando nasini mentre sognate di poter fare grandi cose per il Signore un giorno, ricordatevi semplicemente che è proprio quello che state facendo. Non rimpiangerete mai nessuna preghiera, nessuna canzone, nessuna parola affettuosa. Ogni piccolo gesto d’amore li tocca e li influenza per l’eternità. Dopo tutti quegli anni in cui avrete accettato le cose per fede, un giorno — come me — vi sentirete beati nel vedere ciò che saranno diventati. --Derek e Michelle Brookes [2] * Anche se l’amore è essenziale per la vita umana, la responsabilità parentale si estende ben oltre. L’amore da solo, in assenza d’istruzione, non produrrà in un bambino autodisciplina, autocontrollo e rispetto per il prossimo. Affetto e calore sono alla base di tutta la salute mentale e fisica, tuttavia non eliminano il bisogno di addestramento e di guida dati con attenzione. Il maggior disastro sociale di questo secolo è l’idea che l’amore, dato in abbondanza, renda inutile la disciplina. Bambini rispettosi e responsabili sono il risultato di famiglie in cui è presente la giusta combinazione di amore e disciplina. Disciplina e amore non sono agli estremi opposti; uno è in funzione dell’altro. Il genitore deve convincersi che la punizione non è qualcosa che fa al bambino, ma che fa per il bambino. Il suo atteggiamento verso la progenie disobbediente dovrebbe essere: “Ti voglio troppo bene per lasciare che ti comporti così”. --James Dobson [3] * Nel salmo 127, Re Salomone descrive i nostri figli come frecce nelle mani di un giovane guerriero. […] Mmm, ho riflettuto, allora è così che devo vedere i miei figli… come frecce! Sono fatti per avere una direzione e uno scopo e dovrebbero portare con sé la possibilità di avere un impatto e fare la differenza. Mi stavo solo portando dietro i miei in una faretra, sperando che un giorno crescessero e trovassero una faretra tutta loro. […] Ben presto è diventato ovvio che gli obiettivi che dovevo dare ai miei figli avrebbero dovuto sviluppare il loro carattere, invece di spingerli a una carriera in particolare. Non volevo rinchiudere i miei figli in piccole nicchie progettate da me. Troppi genitori creano delle scatole e poi obbligano i figli a entrarci. Ma quelle scatole scomode fanno male al cuore dei figli come un paio di scarpe inadatte farebbe male ai loro piedi. Questi figli repressi a volte finiscono con l’avere vesciche emotive che rendono difficile camminare o perfino stare in piedi da soli. Ho deciso di curare i principi morali, il carattere e l’onestà più dei voti, della capacità atletica e delle camere da letto in ordine. Per evitare di stabilire obiettivi troppo limitanti o restrittivi, mi sono fatta questa domanda: può mio figlio diventare un giudice o un comico, un chirurgo famoso o uno spazzino fedele, un consulente finanziario o uno specialista di giardinaggio, e riuscire lo stesso a realizzare gli obiettivi che gli ho posto davanti? Se la risposta è sì, allora probabilmente i miei obiettivi erano giusti e la mia scatola non era troppo piccola. Ho deciso di cominciare a lavorare sugli obiettivi che volevo stabilire per loro: ho elencato le cinque qualità che volevo veder emergere nella vita dei miei figli prima che se ne andassero di casa. Sapevo che non avrei potuto fare più di così! Ho incluso caratteristiche come l’onestà, la generosità, l’impegno verso la famiglia, la soddisfazione e la capacità di funzionare in maniera indipendente. Sono variate a seconda della personalità di ogni figlio e sono cambiate un po’ nel tempo — a volte dipendendo dalla mia crescita nel ruolo di mamma. […] Completare questo piccolo progetto ha fornito una direzione e un proposito chiaro alla mia funzione di madre. Ho trovato degli obiettivi a cui mirare. Se notavo che nella vita di uno dei miei figli si stavano manifestando delle caratteristiche negative che avevo deciso di non tollerare, sapevo che era il momento di intervenire. --Gwendolyn Mitchell Diaz [4] * Se i vostri figli vi sembrano piccoli e insignificanti, parlerete loro di argomenti piccoli e insignificanti. Trasmetterete loro solo delle banalità e la loro crescita rifletterà le dimensioni di quelle parole. Vi lascerete alle spalle una generazione di nani sottosviluppati. D’altra parte, se vedete i vostri figli come futuri genitori, futuri leader, futuri uomini e donne di Dio, se li vedete nell’ottica di una crescita quotidiana verso quel ruolo importante, farete tutto il possibile per plasmare la loro vita in direzione dell’obiettivo grandioso di aiutarli a diventare genitori, leader e uomini o donne di Dio. --V. Gilbert Beers [5] * Ama dunque l'Eterno, il tuo Dio, e osserva sempre le sue prescrizioni, i suoi statuti, i suoi decreti e i suoi comandamenti. … Le insegnerete ai vostri figli, parlandone quando sei seduto in casa tua, quando cammini per strada, quando sei coricato e quando ti alzi.--Deuteronomio 11,1.19 [6] Compilazione per gentile concessione di www.anchor.tfionline.com. Foto da Wikimedia Commons.
[1] NR. [2] Power for Parenthood (Aurora Production AG, 2001). [3] Dare to Discipline (Tyndale House Publishers, 1975). [4] Mighty Mom’s Secrets for Raising Super Kids (RiverOak Publishing, 2001). [5] Parents: Talk with Your Children (Harvest House Publishers, 1988). [6] LND. |
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