Non sono soli i bambini a crescere, anche i genitori lo fanno. Come noi osserviamo cosa fanno della loro vita i nostri figli, anche loro guardano quello che noi facciamo della nostra. Non posso dire ai miei figli di mirare alle stelle. L’unica cosa è farlo io stesso. —Joyce Maynard Nessuno mi ha mai promesso che sarebbe stato facile, e non lo è; ma è anche un piacere vedere i miei figli crescere, prendere decisioni da soli e lanciarsi per conto proprio come esseri umani indipendenti, forti e simpatici. E mi piace anche quello che sto diventando io. Avere figli mi ha reso più umano, più flessibile, più umile e più indagatore. —Un padre anonimo Non so su che pianeta vivessi quando ho pensato che una volta diventata madre, avrei semplicemente saputo tutto il necessario. Non ci volle molto prima di rendermi conto che fare il genitore, nonostante le innumerevoli gioie che ha portato nella mia vita, è un lavoro duro. Essere un genitore ha significato adattare le mie aspirazioni e le mie priorità alla mia nuova realtà. Ogni giorno è un processo di apprendimento, man mano che mi adatto ai bisogni in continuo mutamento dei miei figli. —Katiuscia Giusti I bambini ci tengono sotto controllo. Le loro risa impediscono ai nostri cuori di indurirsi. I loro sogni garantiscono che non perdiamo mai la nostra motivazione a costruire un mondo migliore. Sono i migliori istruttori conosciuti dall’umanità. —Rania, regina di Giordania, sulla rivista Hello Quando lo si vede solo come badare alla crescita di un bambino, fare i genitori può essere un lavoro frustrante e pesante. Comunque, quando è visto come un’opportunità per crescere personalmente come adulti, diventa una delle esperienze più valide e creative che la vita possa offrire. Ci dà opportunità di migliorare noi stessi e di allargare i nostri orizzonti, mentre modelliamo per i nostri figli le qualità che vorremmo vedere in loro. Per alcuni di noi, i nostri figli ci danno una possibilità di diventare i genitori che vorremmo aver avuto. —Jack C. Westman Se dovessi crescere di nuovo mio figlio, costruirei prima la sua autostima e poi la casa. Dipingerei di più con le dita e le punterei di meno. Correggerei di meno e comunicherei di più. Toglierei gli occhi dall’orologio e mi guarderei di più intorno. Farei più passeggiate e farei volare più aquiloni. Smetterei di comportarmi seriamente e m’impegnerei di più nel gioco. Correrei di più nei prati e guarderei di più le stelle. Darei più abbracci e meno strattoni. —Diane Loomans Testo per gentile concessione della rivista Contatto
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