![]() Di Jessica Roberts É la fine di una lunga giornata passata a curare bambini ammalati. No, non i miei. Sono figli di una coppia, il cui lavoro li chiama spesso a prendersi cura dei bisogni degli altri a discapito del tempo che potrebbero passare in famiglia. Io insegno ai loro bambini e di solito mi fa piacere fare da mamma, ma non questa settimana. “Mi sento stanca, esaurita e stressata”, brontolo. “Sono indietro con i piatti da lavare e il bucato da fare e mi sono anche persa una gita alla spiaggia con i miei amici per stare qui a prendermi cura di un mucchio di bambini piagnucolosi con la tosse e il naso che cola”. Un rumore sulle scale mi dice che qualcuno è sveglio. Guardo: è Susanna, due anni. “Cosa vuoi, Susy? ” Lei aspetta mezzo secondo, corre da me, mi butta le braccia al collo e sussurra: “ Ti voglio bene! ” Poi si volta e torna a letto di corsa. Sento Martino, di quattro anni, che si rigira nel letto, così vado a controllare. Lui apre un occhio e, mezzo addormentato, borbotta: “Sei la maestra più miliore di tutte! ” E ha un modo di sorridere mentre lo dice ... Penso al loro amore sincero e a come mi hanno adottato. Mi ricordo le loro risatine, gli abbracci, le scoperte che abbiamo fatto insieme. Ad un tratto la montagna di piatti non è più così grande. Non sono più così stanca. Domani sarà la giornata “più miliore” che mai. Metterò in forno dei biscotti. E ci deve pur essere un modo di costruire un circo a tre piste in una camera da letto. Quando poi arriveranno al solito punto di stanchezza e irritabilità prima di cena, farò una rapida preghiera per avere un altro po’ dell’infallibile amore del Signore. E ringrazierò Dio della benedizione di avere questi bambini da curare. Articolo originariamente pubblicato sulla rivista Contatto. Usato con permesso.
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