Jessica Roberts Nel bel mezzo di una lezione di matematica, uno dei miei alunni di seconda ha fatto questa sorprendente aff ermazione: «Dio non esiste!» Considerando che eravamo in una scuola cristiana e che Martin era il fi glio di un pastore protestante, mi sono chiesta come fosse arrivato a questa conclusione durante la mia lezione. Gliel’ho chiesto e immediatamente lui ha risposto: «Mio papà dice che ci sono Dio, Gesù e lo Spirito Santo, ma anche che c’è un solo Dio. Non ha senso». Che fare? Ero sicura che menti più eccelse di Martin avessero contemplato la Santa Trinità, incontrando lo stesso problema, ma al momento preferivo restare nel campo delle moltiplicazioni. «Martin, stiamo facendo matematica. Possiamo parlarne più tardi». «Ma è un problema di matematica» replicò Martin. «Tre non è lo stesso che uno!» Quale genitore o insegnante non è caduta in una simile imboscata? Dalla bocca dei bambini escono molte domande diffi cili. Ho imparato che in casi del genere la cosa migliore da fare è chiedere saggezza a Dio, perché quella che potrei interpretare come sfacciataggine o spirito di contraddizione da parte del bambino potrebbe essere invece curiosità innata ispirata da Dio e una grande opportunità di insegnamento. Le mie conoscenze di teologia non mi sembravano abbastanza aggiornate per spiegare a Martin e ai suoi compagni il concetto della Trinità. ... L’intervallo! Salvata dalla campana! Nei dieci minuti successivi, mentre i bambini giocavano, io pregai. E mi venne in mente una risposta. Era un po’ semplicistica e probabilmente diversa da come l’avrebbero spiegata Sant’Agostino o altri pensatori cristiani, ma funzionò con Martin e gli altri quando riprendemmo la lezione di matermatica. «La Bibbia chiama Gesù “la Rosa di Sharon”», spiegai loro. «Dio è come la radice della pianta di rose. È nascosto, ma è da lì che ha avuto origine ed è nata la rosa. Gesù è come il fi ore. È la parte visibile dell’amore di Dio che possiamo “vedere” e sentire. Lo Spirito Santo è come la linfa che scorre nella pianta e la mantiene viva. Tre aspetti, ma la stessa pianta di rose. Capite?» Immagino che Martin avrà domande ancora più diffi cili in futuro e naturalmente anch’io ne ho tante. Grazie al cielo Dio risponde sempre quando gli chiediamo qualcosa con sincerità. Può darci una spiegazione semplice e diretta come quella che mi diede per Martin, oppure una più complicata, oppure può darci semplicemente la pace di accettare quello che non possiamo ancora capire. Per gentile concessione di rivista Contatto. Usato con permesso.
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Ricordate il vecchio adagio “il silenzio è d’oro”? Come genitori abbiamo qualche difficoltà con questo concetto. Crediamo che quando un bambino dice qualcosa stia implicitamente chiedendo una risposta. E naturalmente noi l’accontentiamo, pensando che la comunicazione con nostri figli sia importante. Ma ecco qua un concetto nuovo: Non dovete per forza risponde a ogni commento che esce dalla bocca di vostro figlio. A volte la forma di comunicazione più efficace è restare in silenzio. Ci sono momenti in cui va benissimo che vostro figlio abbia la prima, l’ultima e l’unica parola. Questo vale specialmente per quelle volte in cui i bambini se ne escono con “annunci” che suonano molto simili a lamentele, forse anche commenti che vi danno ingiustamente la colpa di qualcosa. Tipicamente i genitori reagiscono a questi commenti facendo suggerimenti, chiarendo le cose o semplicemente dimostrando il loro disaccordo. Ma queste osservazioni apparentemente innocenti hanno la probabilità di innescare una lotta per il potere, dato che senza volerlo spingono i bambini ad affermare il loro punto con fermezza ancora maggiore. Invece di intervenire, state semplicemente ad ascoltare. Dimostrate di prestare attenzione, ma non sentitevi costretti a fare dei commenti quando non è necessario. Ricordate che il silenzio spesso è un valido mezzo di comunicazione. […] Il silenzio è un modo di riconoscere il problema di vostro figlio senza diventarne parte. Non vuol dire comportarsi in maniera ostile o scoraggiante; allo stesso tempo non vi trasformate in un bersaglio per la rabbia di vostro figlio. Che ci crediate o no, la maggior parte delle volte i bambini dicono le cose solo per togliersi un peso dallo stomaco e non si aspettano nessuna reazione da parte vostra. Ricordatevi quelle espressioni sottovalutate e facili da dimenticare — “ah”, “mmmh”, “davvero” — piccoli salvagente che evitano un litigio. Queste paroline trascurate sono tanto versatili quanto brevi. Potete usarle in molti modi. Il segreto sta nel tono della voce e nel modo di usare la punteggiatura nella battuta. Potete usare un punto fermo, per dire: “Qui finisce la discussione”; un punto esclamativo, per dire: “Il tuo commento mi ha fatto una buona impressione”; o anche un punto interrogativo, per dire: “Vorrei davvero qualche altra informazione”. Quando usate abilità pratiche come “il silenzio è d’oro” e “mantieni le cose brevi e semplici”, potete: bloccare una battaglia prima che inizi dire a vostro figlio che l’avete sentito evitare di mettervi sulla difensiva evitare di essere coinvolti in una questione che non avete intenzione di risolvere. —Evonne Weinhaus and Karen Friedman1 * L’importanza di sviluppare la nostra capacità di ascolto viene confermata da Giacomo, un uomo che conosceva Gesù da vicino: “Ogni uomo sia pronto ad ascoltare, lento a parlare”. I due comandamenti concisi all’inizio di questo versetto calzano perfettamente tra di loro. Quando troviamo il tempo di ascoltare con sensibilità, evitando l’errore di rispondere con affermazioni autoritarie, è molto meno facile che i nostri figli rispondano in modo antipatico e tenendosi sulla difensiva. Di conseguenza questo riduce la tensione e può contribuire a evitare uno scambio di parole arrabbiate. —Dott. Bob Pedrick3 * Ascoltate le mie parole, riguardo ai vostri figli. È un regalo che vi faccio per rendervi più facile il compito di genitori. È un buono che non scade mai, non ha limiti di valore e può esser riscosso in qualsiasi posto e in qualsiasi momento. Posso farvi vedere perché i vostri figli si stanno comportando come fanno, i loro motivi, la radice del problema e la sua soluzione. Posso darvi le parole che li aiuteranno e li ispireranno. Posso indicarvi i punti buoni su cui complimentarvi con loro e farvi notare i punti deboli su cui dovete lavorare con loro. Posso consolarvi e incoraggiarvi quando siete stanchi e scoraggiati, e darvi pazienza e fede quando ne avete bisogno. —Gesù in profezia * I bambini si comportano con maggior responsabilità e maturità se parliamo loro con lo stesso rispetto che dimostreremmo a un adulto. Se un bambino sente che ci aspettiamo che si comporti in maniera responsabile, sarà più disposto a cercare di essere all’altezza delle vostre aspettative. Dovremmo cercare il più possibile di metterci nei loro panni e comunicare con loro nel modo in cui vorremmo che si facesse se fossimo al loro posto. —Maria Fontaine * Come vi sentireste se qualcuno [in una posizione d’autorità sopra di voi] si arrabbiasse con voi e gridasse? Probabilmente vi fareste piccoli piccoli fino a scomparire. Aggiungeteci un pubblico e vi sentireste verbalmente alla gogna. Probabilmente fareste molto in fretta ciò che quella persona autorevole voleva, ma la detestereste per avervi messo in imbarazzo. Sotto questo aspetto i bambini non sono molto diversi dagli adulti. Non gradiscono essere sminuiti e disprezzati, specialmente di fronte ad altri. Sarebbe meglio se riusciste a fermarvi prima di arrabbiarvi così tanto da aver voglia di gridare. Eccovi alcune idee: Se vostro figlio o vostra figlia non vi presta attenzione dopo la prima o la seconda volta che parlate, cercate di abbassare la voce invece di alzarla. Avvicinatevi al bambino, guardatelo negli occhi e sussurrate il vostro messaggio. Oppure potete provare il metodo del silenzio. Avvicinatevi a vostro figlio e fermatevi accanto a lui, senza dire niente finché non si volta guardarvi. Quando avete tutta la sua attenzione, fate la vostra richiesta. A volte appoggiare leggermente la mano sulla sua spalla e aspettare un po’ attirerà la sua attenzione. Una volta che avete l’attenzione di vostro figlio, esprimete la vostra richiesta in modo chiaro e fermo. Poi assicuratevi di controllare che faccia ciò che volete. Così facendo vi accorgerete che ubbidirà di più, senza effetti collaterali pericolosi; e vi sentirete molto meglio per aver tenuto a bada il vostro carattere! —Dott. Kay Kuzma * Vi sedete mai con vostro figlio o vostra figlia a parlare per qualche minuto dei suoi interessi e delle sue preoccupazioni? Trovare qualche minuto ogni giorno per farlo avrà ottimi risultati per la formazione di un rapporto di affetto e fiducia con loro. Di cosa potete parlare? Cos’è che interessa di più a vostro figlio? Chi è un abile conversatore vi dirà che potete parlare per ore con qualsiasi persona di qualunque età, a qualunque livello intellettuale, bambina o adulta che sia, e mantenerla affascinata. Dovete soltanto dimostrare un interesse sincero per quella persona e fare domande che vi aiuteranno a capire quali sono i suoi interessi. Che cosa fa una persona? Come lo fa? Che cosa le piace? Perché? Se voi volete che gli altri dimostrino un’attenzione sincera alle cose che v’interessano, pensate a quanto più vostro figlio vuole che voi, come genitori, le persone più importanti al mondo per lui, dimostrino quell’attenzione affettuosa per i suoi interessi. Ma che cosa esattamente dovreste dire, quando dedicate quei pochi momenti preziosi a parlare con vostra figlia? Dipende da quello che ha fatto. È appena tornata a casa da scuola? È ora di leggerle una storia prima di andare a letto? Ha appena rotto uno dei vostri piatti preferiti? Sta facendo i capricci? Vi ha risposto in modo sfacciato? È appena tornata a casa piangendo perché alcune amiche sono state sgarbate con lei? Cominciate dalla circostanza in cui vi trovate. È sempre un buon punto di partenza, perché in quel momento è la prima cosa che il bambino o la bambina ha in mente. Poi proseguite da lì. —V. Gilbert Beers Per gentile concessione di Anchor. Foto di Dadblunders via Flickr.
Adattado da Wikihow. Foto di Gerry Thomasen/Flickr.
Solo i nonni trovano i capricci dei bambini divertenti. E' una sorta di rivincita nei confronti dei propri figli, ormai adulti e disperati, alle prese con i loro piccoli mostri. Purtroppo, i capricci sono una realtà per chiunque abbia a che fare con bambini piccoli. Di solito incominciano prima dei due anni, quando provano diversi modi per comunicare con gli altri e ottenere quello che vogliono. I capricci diventano sempre meno frequenti intorno ai quattro anni, anche se alcuni continuano a fare delle scenate anche quando sono più grandi. C'è chi continua fino all'età adulta. O no! Non c'è da preoccuparsi, però. I capricci sono in un certo senso inevitabili. Tuttavia, molti possono essere evitati e, seguendo alcuni semplici passaggi, è possibile insegnare ai bambini altri modi di comportamento. Quest’articolo aiuterà te e il tuo bambino a superare quei terribili anni e a rimanere sani di mente. Passaggi
Per gentile concessione di Wikihow. Foto di Mindaugas Danys via Flickr.
Da un rapporto scientifico: Alcuni scienziati recentemente hanno fatto una scoperta interessante su un parassita invisibile e poco compreso, il negascerino, così chiamato a causa dell’effetto negativo che ha sul benessere mentale ed emotivo del suo ospite umano. È troppo piccolo per essere visto a occhio nudo, tuttavia i sintomi della sua infezione sono molto evidenti. Vive attaccandosi alla membrana dell’orecchio interno. Le sue ali minuscole vibrano a una frequenza che non è rilevabile dagli esseri umani, ma interferisce con le onde cerebrali e lascia la vittima confusa e depressa. Queste vibrazioni negative possono essere difficili da distinguere dai propri pensieri e il soggetto può facilmente arrivare a credere al loro ronzio. Nei casi di infestazione più severa il negascerino può installarsi nel cervello del suo ospite, deponendo uova che generano migliaia di altri piccoli negascerini che presto spiccano il volo e infettano altri mediante le parole negative attenti ai diffuse dall’ospite. Il negascerino è un parassita dalle conseguenze serie e la sua infezione va trattata ai primi segni di contagio. Deve essere rimosso il più presto possibile dalle orecchie della vittima. Nei casi normali, la cura può essere effettuata personalmente, piegando il capo dalla parte dove si è installato il negascerino e saltando vigorosamente su e giù, battendo sul lato opposto del capo. Se non è chiaro in che orecchio si trovi, per sicurezza è meglio applicare questa tecnica a entrambi i lati. Nei casi in cui sia presente più di un negascerino, potrebbe essere necessario ripetere il procedimento. Nei casi più diffi cili o ostinati, la vittima potrebbe richiedere aiuto. Se un colpo in testa con un cuscino non riuscisse a rimuovere il parassita, potrebbe essere necessario farlo uscire dal suo nascondiglio con un trattamento shock. Uno spruzzo d’acqua fredda è quasi sempre effi cace. Per prevenire la re-infezione, sistemate un paio di cuffi e sul capo del soggetto e suonate musica o letture ispiranti. Inoltre, praticate col soggetto esercizi di espressioni positive. (Avvertimento: Il trattamento con cuscini o acqua dovrebbe essere amministrato solo da adulti competenti. Se i bambini tentassero queste manovre, potrebbero causare lesioni o danneggiamenti.) Un caso clinico Nello studio di alcuni casi clinici riguardante i miei fi gli più piccoli o adolescenti, ho scoperto che la cura prescritta è molto effi cace nel curarli da attacchi di autocommiserazione e altre emozioni negative. Per esempio, un giorno sono entrata in cucina e ho trovato la mia fi glia di tredici anni che singhiozzava davanti a un lavandino pieno di piatti sporchi. Le ho manifestato tutta la mia comprensione, dicendo: «Mi spiace tanto che tu sia triste. Voglio assicurarti che ti voglio bene; anzi, te ne voglio così tanto che devo fare questo…» Dopo aver tirato fuori un cuscino da dietro la schiena, mi sono messa all’opera. Mia figlia si è messa a ridere, implorando pietà. Dopo la cura, la paziente ha dimostrato un netto miglioramento. Si è rimessa a lavare i piatti, ma con mia costernazione ha avuto una ricaduta. Fase due: ho deciso per l’acqua fredda. Ha notato il mio approccio, ma ha pensato che non lo facessi sul serio. Dopo averla brevemente rincorsa per la casa, l’ho costretta in un angolo e… splash! È sembrato divertente anche a lei. Ancora qualche risata e la pulizia dei piatti era quasi finita. Come madre di un’adolescente molto emotiva, ho passato molte ore a blandirla, consolarla, ragionare e pregare con lei, nei molti tentativi di distoglierla dai suoi attacchi di tetraggine ormonale. Recentemente, però, ho scoperto che la cura contro il negascerino è ancora più rapida ed effi cace. Appena le ignare vittime del negascerino si rendono conto del pericolo, possono imparare a riconoscerlo e a fare i passi necessari a proteggersi, evitando di intrattenere pensieri negativi o autodistruttivi. Un grammo di consapevolezza vale più di un chilo di cure. Attenti al negascerino! Articolo gentile concessione della rivista Contatto. Foto di David Castillo Domenici/Freedigitalphotos.net
Le cose sono cambiate così tanto da quando sono cresciuta io che non so nemmeno
da dove cominciare per capire e aiutare mia figlia. Come posso superare questa distanza tra le generazioni? Il mondo è davvero cambiato molto in quest’ultima generazione. In superficie il gap generazionale sembra allargarsi, ma le apparenze possono ingannare. Le differenze tra generazioni si manifestano diversamente col passare delle generazioni stesse, ma il fatto principale rimane lo stesso: Dio ha messo negli adolescenti l’aspirazione a trovare il loro posto nella vita. Per capire meglio tua figlia, cerca di ricordarti come ti sentivi tu alla sua età. Se eri una tipica adolescente, ti sentivi impacciata e poco attraente in un corpo in costante cambiamento. Ogni foruncolo e ogni giornata storta rappresentavano una crisi enorme. Ti preoccupavi del tuo posto nel giro degli amici. Ti confrontavi con le altre ragazze della tua classe che apparivano più belle, più intelligenti, più accettate, o che sembravano più sicure di sé. Dovevi affrontare decisioni più grandi di quanto ne avessi mai affrontate prima; sapevi che nel futuro avresti incontrato decisioni ancora più grandi: quali scuole avresti frequentato? cosa avresti fatto da grande? chi avresti sposato? chi ti avrebbe mai voluto sposare? Probabilmente non capivi quel che stava succedendo e probabilmente nemmeno tua figlia lo capisce oggi, eppure è questo il processo con cui ci si scopre e si stabilisce la propria identità. In questo stadio della vita gli adolescenti cercano suggerimenti nei coetanei e nei genitori. Si mettono costantemente a confronto con i coetanei per stabilire il loro posto nella società e vagliano l’atteggiamento, lo stile di vita e i valori dei genitori per decidere se vogliono diventare come loro quando saranno adulti. È durante l’adolescenza che la maggior parte dei ragazzi diventa un po’ ribelle. Dopo tutto, come possono stabilire la propria identità senza sganciarsi dai genitori? Molti genitori rendono più difficile la situazione reagendo in modo spropositato alla ribellione dei figli e questo conduce quasi sempre a una maggiore ribellione e a una maggior spaccatura tra le generazioni. I genitori saggi accettano come naturale un certo grado di ribellione e capiscono che molti dei cambiamenti esteriori che meno gradiscono nei figli – i vestiti inconsueti, il modo di portare i capelli, la musica e così via – fanno tutti parte del processo di separazione. I genitori saggi capiscono anche che la sperimentazione fa parte della crescita e che non tutti gli esperimenti avranno successo. Nel tentativo di inventare la lampadina Thomas Edison provò centinaia di combinazioni di materiali che non funzionarono, prima di trovare quello giusto. Come Edison, la maggior parte degli adolescenti riconoscerà ciò che non funziona e proverà qualcos’altro. Permettete ai vostri adolescenti di fare queste esperienze, entro certi limiti. Un buon punto di partenza è “niente che causi danni a te o agli altri e niente di illegale”. Una cosa molto legata alla sperimentazione è il problema dell’autocontrollo. Molti adolescenti ne sono privi, soprattutto perché non ne vedono la necessità. Vogliono divertirsi, godono di maggior indipendenza e imparano per tentativi. Spesso imparano l’autocontrollo solo quando provano le conseguenze di decisioni sbagliate, ma non è successo così anche a te? Anche se i giovani vorrebbero essere persone indipendenti, in genere si sentono insicuri in quel nuovo ruolo. È un po’ come salire per la prima volta su un trampolino: stanno per tuffarsi nell’età adulta e si chiedono se sopravviveranno all’impatto. È l’amore incondizionato che combatte quell’insicurezza. Spesso gli adolescenti si comportano come se non volessero o non avessero bisogno dell’amore e del sostegno dei genitori e a volte possono essere veramente antipatici e sgradevoli per sottolineare quel punto. Più spesso però, che se ne rendano conto o meno, quel che vogliono veramente è mettere alla prova l’amore dei genitori. Cercano una conferma dell’amore dei genitori, perché l’amore è un’indicazione di valore e gli adolescenti hanno bisogno di sentire che hanno un valore. I genitori che dimostrano un amore saldo per i figli in ogni situazione danno loro la sicurezza di cui hanno così disperatamente voglia e bisogno. I genitori devono avere molto amore, pazienza e autocontrollo per mollare la presa e lasciare che i fi gli passino per questo processo di crescita. Ci vuole anche fede: fede nei figli, fede che i valori che hanno cercato di inculcare in loro da piccoli ora li porteranno a fare le scelte giuste; e fede in Dio, che è colui che ha creato questo processo. È proprio in quest’ultimo punto che hanno un grande vantaggio quei genitori che credono nel potere della preghiera e hanno un contatto personale con Dio attraverso Gesù: sanno a chi rivolgersi quando loro o i loro figli hanno bisogno d’aiuto. Gli adolescenti, in genere, sono alla ricerca di qualcosa, sono dei pellegrini alla ricerca della verità e di un vero senso della vita. Se tu, o qualcun altro, riesci a condurre tua figlia a Gesù, che è “la via, la verità e la vita” (Giovanni 14,6). Egli può mettere le cose nella giusta prospettiva per lei. Può darle amore incondizionato e approvazione; può dare pace al suo cuore; può darle le risposte giuste quando lei impara ad esporre a Lui i suoi problemi nella preghiera. Quando poi tu e tua figlia condividete una fede forte e viva, avrete più cose in comune di prima. Gesù è il vero ponte per superare la distanza tra generazioni! Per gentile concessione della rivista Contatto. Usato con permesso. In questi ultimi tempi i miei bambini sono diventati piuttosto irrispettosi. Sembra anche che ogni volta che cerco di correggere la situazione, io peggiori le cose. Cosa posso fare? Il primo passo per correggere un tale comportamento è accettare la dura realtà che in parte è anche colpa tua se i tuoi figli sono in questo stato. Come per la maggior parte dei problemi, devi in primo luogo esaminare i tuoi atteggiamenti e le tue azioni e determinare come devi cambiare tu, prima di pensare ad aiutare gli altri a cambiare. Anche se i bambini crescendo diventano per natura più polemici e provocatori e hanno di conseguenza bisogno di più spiegazioni, la disubbidienza e un’aperta mancanza di rispetto sono di solito il frutto di troppa accondiscendenza. Infatti, l’eccessiva indulgenza insegna ai bambini a manipolare piuttosto che rispettare i propri genitori. La soluzione è imparare ad essere più fermi. Ma mettere in pratica un tale cambiamento è più facile a dirsi che a farsi, perché il comportamento da correggere è ormai diventato un’abitudine. A suo tempo probabilmente avevi ritenuto che i tuoi motivi – l’amore per i tuoi bambini e il volerli vedere felici – fossero buoni. Effettivamente lo sono, ma se i risultati non sono buoni, allora il tuo amore si è espresso nel modo sbagliato. Anche la fermezza è una forma d’amore, a volte la migliore. I bambini di solito pensano in termini di ciò che li può rendere felici al momento, per cui sono i genitori che devono prendersi la responsabilità di giudicare quello che è meglio per loro a lungo termine, il che spesso significa dover dire di no. Il passo successivo è avere concetti chiari nella mente. Cos’è esattamente un comportamento accettabile? Prima di poter sperare di convincere i tuoi figli che certi cambiamenti sono necessari, devi esserne pienamente convinta tu stessa. Se non sei sicura di cosa fare in una particolare situazione, prega e chiedi al Signore di mostrartelo. O se non sei sicura quale sia l’approccio migliore per ciascuno dei tuoi figli, chiedi a Gesù di rivelartelo. O se senti che le regole di cui hanno bisogno saranno troppo difficili da far rispettare, chiedigli di rafforzare le tue convinzioni. Qualunque domanda o bisogno tu abbia, lui è pronto ad aiutarti. Egli ama i tuoi figli anche più di te e puoi stare sicura che farà qualsiasi cosa per aiutarti a diventare la miglior madre possibile. Per mettere in pratica le regole che ritieni necessarie, otterrai risultati migliori se dedicherai del tempo a discuterle e analizzarne le ragioni insieme ai tuoi figli, cercando di ottenere la loro collaborazione, piuttosto che imporle e pretendere che le rispettino. Parlarne con loro trasmette un senso di rispetto nei loro confronti — il che ovviamente significa anche ascoltare le loro opinioni e mostrarsi flessibili e apportare modifiche se necessario. Di conseguenza, molto probabilmente ricambieranno il vostro rispetto; questo è il primo passo nella giusta direzione. Il modo in cui spiegare le cose dipende dall’età dei tuoi figli e dalla loro maturità. Come sempre, la soluzione migliore è chiedere consiglio al Signore, perché quello che funziona con un bambino potrebbe non funzionare con un altro. Comincia con l’assumerti le tue responsabilità e spiega la ragione per cui c’è bisogno di cambiamenti. Per esempio: “Dato che non ho corretto la cosa fin dall’inizio, tu adesso hai preso la cattiva abitudine di rispondere sgarbatamente e mancare di rispetto. Questo deve cambiare, perché non è un comportamento accettabile in una famiglia dove ci si vuole bene”. Non limitarti a illustrare le regole, ma indica chiaramente le conseguenze dell’infrazione; ad esempio: “Se mi rispondi in modo sgarbato, perderai per un po’ questo-e-quel privilegio”. Assicurati poi di mettere in pratica le minacce ogni volta che sia necessario, altrimenti le regole non avranno effetto. Non devi solo promettere punizioni, ma anche ricompense per un buon comportamento. “Appena ti comporterai bene potrò ripristinare i privilegi sospesi e forse aggiungerne degli altri”. Cerca di terminare la conversazione su una nota positiva E infine, prega di avere la pazienza necessaria. Ricorda, non stai cercando solo di cambiare il suo comportamento; stai provando a cambiare gli atteggiamenti che lo hanno portato a comportarsi in quel modo, sviluppando nuove abitudini positive che prendano il posto delle vecchie; questo richiede tempo. Preghiera, coerenza e fermezza mitigate dall’amore sono le chiavi del successo. Impegnatevi a lavorare insieme per ottenere i cambiamenti necessari e poi lavorate con costanza fino ad ottenerli. Courtesy of Contatto magazine. Used with permission. Photo by Ambro / FreeDigitalPhotos.net.
11. Passate del tempo insieme. Molti genitori passano molto meno tempo con i figli adolescenti di quanto non facessero quando erano più piccoli. Sembrerebbe una cosa naturale, dato che un adolescente ha bisogno di meno supervisione di un bambino e per di più vuole affermare la propria indipendenza; spesso però è un errore. Gli adolescenti hanno bisogno di molto supporto, di guida e di continue nuove motivazioni. Hanno bisogno di chi li guidi, li stimoli e li educhi. Un genitore, più di chiunque altro, si trova nella posizione migliore per farlo. Nessun altro investimento porterà maggiori profitti o formerà legami più solidi tra genitori e adolescenti. 12. Ammettete i vostri errori. Avere due pesi e due misure irrita i giovanissimi. Ci vuole umiltà per ammettere i propri errori e scusarsi se avete sbagliato in qualcosa o se avete ferito i vostri figli, ma lonestà sui vostri errori e le vostre debolezze li aiuterà ad essere a loro volta onesti ed aperti con voi. Aiuterà voi e loro a mettere i problemi nella giusta prospettiva. 13. Abbiate un buon senso dell’umorismo. Cè il momento di essere seri sulle questioni fondamentali della vita, ma cè anche il momento di prendere le cose con minore serietà. I giovani ammirano gli adulti che sanno divertirsi e godersi la vita. Badate solo che il vostro umorismo sia di buon gusto e non venga fatto a spese di qualcuno, perché gli adolescenti imitano gli adulti che ammirano. 14. Esprimete il vostro amore. Forse ad essi non piacerà essere baciati e coccolati come quando erano più piccoli, ma nessuno è troppo grande per non provare la necessità di sentirsi amato. Cercate di non far passare giorno senza esprimere a parole il vostro amore per i figli e confermare quelle parole con i fatti. 15. Ascoltate. Ogni adolescente ha bisogno di un confidente, un vero amico cui possano confidare i segreti più intimi. Gli adolescenti hanno così tante cose dentro che a volte si sentono confusi, ma spesso esitano a parlarne per timore di essere fraintesi, di esporsi al ridicolo o essere considerati ingenui. Ascoltateli: hanno bisogno di sapere che qualcuno li capisce (ma evitate le reazioni tipo quando avevo la tua età, che loro odiano). Un errore comune dei genitori è quello di non ascoltare abbastanza a lungo e quindi di saltare a conclusioni errate. Invece di fargliela capire, portateli gradualmente ad arrivare da soli alle conclusioni giuste esprimendo i propri sentimenti. 16. Fate amicizia con i loro amici. Dimostrate un sincero interesse nelle loro amicizie. Cercate di scoprire il loro lato migliore e probabilmente finiranno col considerarvi i genitori più forti del giro. Poi non sorprendetevi se la vostra casa diventerà un punto di ritrovo per il giro di amici di vostro figlio. Forse il rumore e le spese alimentari saliranno, ma ne varrà la pena perché saprete dove sono e cosa fanno. 17. Perdonate e dimenticate. Ammettiamolo: i vostri figli faranno degli errori per cui dovranno chiedere e ricevere perdono. Come tutti noi, spesso gli adolescenti non riescono a confessare i loro sbagli per paura di essere etichettati per sempre a causa di quel che hanno fatto. Invece devono essere convinti del vostro amore e del fatto che sarete pronti a perdonare e dimenticare e a ricominciare daccapo. 18. Siate fermi nelle vostre convinzioni. Se non state attenti, lorgoglio di genitori, i legami emotivi e il desiderio istintivo di proteggere i figli potrà spingervi a cedere, prendere le cose alla leggera, tirarvi indietro o correre alla riscossa al momento sbagliato. Potreste perfino sentire vostre la loro rabbia, frustrazione e ribellione. È allora che è importante ricordare che vostro figlio sta imparando ad esercitare il proprio giudizio e, che lo dia a vedere o no, imparerà da voi. Se non avete la convinzione di fare la cosa giusta, nonostante qualche possibile conseguenza spiacevole, probabilmente non lavranno neanche loro. A volte la severità è il miglior tipo di amore. Gli adolescenti hanno grandi ideali e se difenderete le vostre convinzioni anche quando ciò va contro i loro desideri o non li trova daccordo, vi rispetteranno molto più che se sarete indulgenti. 19. Siate sinceri. Gli adolescenti fiutano la finzione da lontano. Anche se state sinceramente tentando di mettervi al loro livello, se vi sforzate troppo ed esagerate, non vi prenderanno seriamente. Il segreto è essere naturali. Gli adolescenti non vogliono essere trattati con condiscendenza o adulati vogliono degli amici, persone su cui sanno di poter contare e con cui si sentono a loro agio. Se li accettate per quello che sono, si sentiranno a loro agio attorno a voi e vi accetteranno per quello che siete. 20. Siate disposti a cambiare. Forse dovrete lavorare un po su alcune delle vostre abitudini o sul modo in cui reagite alle cose. Perché non la prendete come motivazione necessaria per rompere le abitudini che vi siete creati e che sapete di dover cambiare? Spesso è più facile cambiare per amore di qualcun altro che solo per noi stessi. Quale miglior motivo per cercare di essere una persona migliore? Approfittatene. 21. Portateli a Gesù. Gli anni delladolescenza sono un periodo turbolento. È come trovarsi su una barchetta in mezzo al mare in tempesta. Siate un faro, indicate ai vostri figli un porto sicuro Gesù. Per quanto amiate i vostri figli, solo Gesù può rispondere alle loro domande più profonde e soddisfare i desideri più reconditi del loro spirito. Non siete voi il loro salvatore, solo Gesù lo è. Non potete stare con loro ogni secondo o salvarli da ogni situazione, ma potete indicare loro la Persona che può farlo. Compilato dagli scritti di Maria Fontaine e Derek e Michelle Brookes Indubbiamente crescere degli adolescenti è una delle maggiori sfide de della vita. Gli anni dell'adolescenza sono difficili e spesso i ragazzi coinvolgono nelle loro dificoltà le persone che gli stanno intorno. La loro facciata esteriore, a volte aspra, irrispettosa o ribelle, può intimidire i genitori e lasciarli in uno stato di shock e confusione, nel dubbio di aver fatto qualcosa di sbagliato. A questo punto molti, non sapendo cosa fare per aiutare i figli, si tirano indietro. Questo è un tragico errore, perché, dentro, i loro figli hanno un disperato bisogno di guida, incoraggiamento, amore, sostegno, comprensione e direzione. Gli adolescenti hanno un intenso bisogno di sentirsi sicuri e amati incondizionatamente. Hanno bisogno di sapere che qualcuno nota i loro problemi, che qualcuno si interessa a loro quel tanto che basta per cercare di aiutarli ad ogni costo. Non è un percorso facile, ma i genitori che resistono e continuano ad amare e cercare di raggiungere i loro figli hanno più probabilità di vederli superare le loro dificoltà di quanto ne abbiano quelli che prendono un ruolo meno attivo. Ecco ventun modi sperimentati con successo per migliorare la propria relazione con i figli adolescenti, 1. Accettate il vostro cambiamento di ruolo. La transizione dall'infanzia all'età adulta è così graduale che molti genitori continuano a trattare gli adolescenti come bambini anche quando ormai non lo sono più. Gli adolescenti attraversano una fase di scoperta della propria personalità, delle proprie capacità e delle proprie aspirazioni; distanziarsi dai genitori fa parte di quella fase. Gli adolescenti vogliono essere trattati da adulti e rispettati per la loro individualità. Nella loro ricerca di indipendenza, essi alzano la guardia contro il ruolo tutorio dei loro genitori. Se nelle occasioni giuste riuscite a trattare i vostri figli come amici, essi saranno maggiormente disposti ad abbassare le difese. 2. Mettetevi al posto dei vostri figli. Durante l'adolescenza è normale una certa sensazione di insicurezza. Gli adolescenti non sono più bambini, ma nemmeno completamente adulti. Il loro corpo attraversa enormi cambiamenti e le emozioni e gli ormoni si scatenano. Imparano ad avere più indipendenza e maggiori responsabilità; devono affrontare decisioni e pressioni i no ad allora sconosciute. Tenere questo a mente dovrebbe aiutarvi a non sentirvi aggrediti dai loro scoppi emotivi e verbali. Se cercate onestamente di simpatizzare con loro, raggiungerete una miglior comprensione dei loro problemi ed essi sentiranno in voi un alleato. 3. Mantenete la calma. Non sentitevi offesi dalle cose assurde che fanno e dicono. A volte gli adolescenti dicono e fanno cose strane solo per vedere le reazioni che suscitano. A volte cercano di esprimere ciò che hanno dentro, ma non sanno come fare, o non lo capiscono neppure loro. Altre volte sono semplicemente egocentrici, una loro tendenza tipica. Se vi inquietate o esprimete sgomento od orrore, non farete che peggiorare le cose. Imparate ad assorbire i colpi. Se i vostri figli sanno che cercherete di capirli e simpatizzare con loro quando cercano di sfogarsi, si sentiranno sicuri con voi. 4. Rispettate i vostri adolescenti. Il rispetto è un segno di fiducia. Quando gli adolescenti fanno fatica ad avere fiducia in se stessi, un po' di rispetto può aumentare questa fiducia, spronarli ed aiutarli ad avere successo. Al contrario, se ritengono che non abbiate fiducia in loro, è molto più probabile che rinuncino prima di sviluppare tutto il loro potenziale. 5. Non prendeteli in giro e non sminuiteli. Quando un adolescente si sente vulnerabile - cioè la maggior parte delle volte - è facile che accolgano con permalosità le cose dette per scherzo e le considerino più uno scherno che una battuta. 6. Siate fiduciosi e appoggiateli moralmente. Per lo più gli adolescenti si sentono inferiori e il modo negativo in cui vedono se stessi a volte trova sfogo nelle loro azioni. Cercate di mantenere reazioni fiduciose e solidali. Naturalmente non potrete ignorare problemi seri o comportamenti errati, ma potete dare un impostazione positiva a quasi tutte le situazioni se parlate principalmente in termini di soluzioni e lezioni da apprendere, piuttosto che esprimere rabbia o delusione. Accentuare il positivo è un segno di amore incondizionato che combatte la mancanza di autostima. Lodate i vostri ragazzi ogni volta che potete. 7. Evitate regole inutili. Troppe regole e restrizioni possono provocare sentimenti di ribellione in quasi ogni adolescente. Allo stesso tempo alcune regole sono necessarie perché non è saggio lasciare le redini libere. Quando vi sembra necessaria una nuova regola, cercate di discutere e decidere insieme, invece di dettar legge. Spiegate le vostre ragioni, prestate ascolto a vostro figlio e cercate il più possibile di avere il suo consenso sui termini e le conseguenze per eventuali infrazioni. 8. Affidate responsabilità agli adolescenti. I ragazzi hanno bisogno di direttive, ma vogliono anche sentirsi indipendenti ed esigono fiducia. Affidate loro responsabilità da adulti e si sforzeranno ancora di più di comportarsi da adulti. Una persona molto saggia una volta disse: "Trattate una persona come se fosse ciò che dovrebbe essere, e la aiuterete a diventare ciò che è in grado di essere". Gli adolescenti faranno degli errori, come tutti, ma quando vedranno che ciò non diminuisce il vostro amore e la vostra fiducia in loro, continueranno a sforzarsi e alla fine ce la faranno. 9. Guadagnatevi la loro fiducia mantenendo i loro segreti. Gli adolescenti sono sensibili riguardo alle cose che succedono nella loro vita. A nessuno piace essere argomento di pettegolezzi o chiacchiere - e agli adolescenti in modo particolare. Quando un adolescente si confida con voi vuole essere certo della vostra discrezione. Per voi potrebbe essere una cosa insignificante, ma per loro potrebbe avere un importanza determinante. Se tradite la loro fiducia, probabilmente ci vorrà molto tempo prima che confidino di nuovo in voi. 10. Pregate. Quando non sapete cosa dire o come reagire quando vostro figlio o figlia ha dei problemi, pregate. Fate una preghiera silenziosa, chiedendo al Signore di darvi saggezza e comprensione e la soluzione giusta. Per gentile concessione della rivista Contatto. Usato con permesso.
Natalia Nazarova Crescere i figli non è un compito facile e non ci sono scorciatoie. Il mare perennemente agitato delle emozioni che i bambini provano a varie età e nei vari stadi del loro sviluppo, rappresenta una delle imprese più difficili per i genitori. Ecco alcune cose che ho trovato utili per insegnare ai miei figli ad affrontare le emozioni negative cui vanno incontro. Incoraggiare fin da piccoli qualità positive, come cortesia, gratitudine, apprezzamento, onestà e altruismo, contribuirà a prepararli ad affrontare le situazioni negative che incontreranno in seguito. Leggere, o guardare, libri o film classici che mostrano i vantaggi di essere ottimisti e cercare una soluzione ai problemi – per esempio, Pollyanna e Heidi – insegna importanti lezioni della vita in maniera piacevole e memorabile. Essere amici e confidenti nei momenti felici rende più facile discutere e trovare soluzioni insieme quando sorgono dei problemi. Ai bambini più grandi si può indicare la futilità del cedere a sensazioni negative. Bilanciate la ragione con molto incoraggiamento e con dell’umorismo, quando è appropriato. Quando noto nei miei figli una tendenza negativa, per prima cosa chiedo a me stessa se stanno riflettendo quello che vedono in me. Se è così, lo esaminiamo da quel punto di vista, ne parliamo e decidiamo di lavorarci insieme. Per esempio, io sono propensa allo stress e al pessimismo che ne può derivare, ma parlarne ci ha permesso di evitare situazioni difficili. Ora capiscono che quando stanno alzati troppo tardi o non puliscono la loro camera causano in me una reazione negativa, così cercano di aiutarmi di più in quei momenti critici. Quando mi sento confusa, mi fermo e prego. Questo ha almeno quattro effetti buoni: elimina la frustrazione, rimette le cose in prospettiva, dà a Dio l’opportunità di risolvere i miei pasticci e serve da lezione sulla gestione delle crisi per i miei figli. Mio marito ed io cerchiamo di non essere troppo rapidi nel fornire ai nostri figli la soluzione ai problemi e alle frustrazioni che li rendono negativi; cerchiamo invece di aiutarli a pensare agli aspetti positivi. Anche qui, se riescono a raggiungere queste conclusioni da soli, di solito è più efficace di fornire loro le risposte. Pubblicato originariamente nella rivista Contatto. Usato con permesso.
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